Del Brocco, l’arrivo di Vision Distribution uno stimolo per noi

Lunga audizione oggi in commissione vigilanza Rai per l’amministratore delegato di Rai Cinema, Paolo Del Brocco. Dopo la relazione del manager, che ha ripercorso la storia della società focalizzandosi molto sugli ultimi sette anni, sottolineando anche il ruolo e l’importanza di 01 Distribution, non sono mancate le domande che hanno spaziato dal possibile impatto di Vision Distribution al pluralismo degli investimenti nella produzione, dall’internazionalizzazione dei film alla presenza degli stessi sulle piattaforme Vod. Senza trascurare la legge cinema. In merito a Vision Distribution, Del Brocco ha dichiarato «di non provare nessun fastidio per il debutto di questo nuovo player. Rai Cinema è un’azienda pubblica con una mission consolidata. Come dirigente Rai e operatore dell’industria sono felice se un soggetto privato entra sul mercato per produrre e distribuire film generando un miglioramento nell’industria. Noi abbiamo un vantaggio competitivo per la nostra esperienza consolidata. Non vedo problemi». C’è però il tema dell’acquisizione dei diritti, come specifica Del Brocco: «I diritti di acquisizione pay sono un aspetto fondamentale per tenere in piedi il meccanismo audiovisivo. Se Sky, comprensibilmente, dovesse concentrare le sue risorse sulla produzione e meno sull’acquisizione, per il sistema potrebbe essere un piccolo problema trovare risorse. Il recupero di quelle investite nel lancio e nella distribuzione di un film, il p&a, avviene dalla sala. Spesso, però, queste risorse non bastano. I costi vengono recuperati dallo sfruttamento di un film in tutta la filiera, quindi anche grazie alla pay. Se questi investimenti dovessero ridursi, il cinema più di nicchia avrebbe più difficoltà. In generale l’avvento di Vision Distribution per noi sarà una bella opportunità perché favorirà il pluralismo dei produttori. Il fatto che società come Cattleya, IIF, Indiana, Palomar e Wildside abbiano fatto questo accordo con Sky, ci spingerà ad essere più creativi facendo crescere altre società di produzione». Relativamente al pluralismo dei soggetti cui vanno le risorse di Rai Cinema, Del Brocco ha risposto con un dato: «Le prime venti società che hanno lavorato con noi dal 2000 al 2009 avevano ricevuto il 62% delle nostre risorse; nell’ultimo triennio, quelle stesse società hanno ricevuto il 38%. Ma quello che è importante è che le 15-20 società non siano sempre le stesse; così si misura uno spostamento verso la pluralità. Questo sarà ancora più evidente in futuro perché i cinque produttori soci di Vision lavoreranno di più con Sky e noi avremo la possibilità di far crescere altre società». A proposito delle risorse a disposizione ha specificato Del Brocco: «In questi anni il budget di Rai Cinema – che dipende dai ricavi complessivi della Rai, non dal canone – è aumentato; mi riferisco alle risorse per la produzione. Si è ridotto quello per gli acquisti per la televisione». Diverse domande hanno riguardato l’internazionalizzazione del cinema italiano: «Storicamente – ha dichiarato il manager – il cinema europeo è locale. Se parliamo di film visibili all’estero, non credo che siamo messi male. Molti nostri titoli hanno una visibilità internazionale attraverso i festival e i premi vinti mentre l’accesso in sala è difficile. Bisognerebbe produrre due o tre film all’anno, importanti, in inglese, da 20 milioni di budget l’uno, ma parliamo sempre di film che non saranno mai campioni di incasso rilevanti. Recentemente abbiamo coprodotto The Leisure Seeker di Paolo Virzì, girato interamente negli Stati Uniti in inglese; è già stato venduto internazionalmente per 5 milioni di dollari». Un passaggio veloce sul Vod: «Siamo disponibili a dare i nostri film a tutte le piattaforme nel rispetto delle finestre, per conferire maggiore visibilità ai nostri titoli». Chiusura degli interventi dedicata alla legge cinema. Del Brocco risponde con chiarezza: «La legge è buona ma ci penalizza sulla parte distributiva. In fase di stesura si erano sentite voci che dicevano, a caso, di chiudere 01. Riteniamo, invece, che con una legge di sistema sia corretto che si diano incentivi ai produttori e distribuzioni indipendenti».

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