Di seguito l’intervista a Davide Novelli, Distribution Director di Vision Distribution, pubblicata sullo Speciale Distribuzione in allegato a Box Office del 30 giugno-15 luglio (n. 12-13). Per leggere tutto lo Speciale Distribuzione, puoi scaricare i pdf o la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o ancora abbonarti direttamente alla versione cartacea della rivista.
Quali sono i vostri titoli più forti in uscita al cinema nel prossimo semestre?
«La proposta di Vision per il prossimo semestre mantiene la promessa fatta a Sorrento, con titoli “italiani” ma di respiro internazionale, in un mix autoriale e commerciale di generi e talenti senza precedenti. Le otto montagne di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, vincitore del prestigioso premio della giuria all’ultimo Festival di Cannes e tratto dall’omonimo libro Premio Strega di Paolo Cognetti, con la straordinaria interpretazione di Alessandro Borghi e Luca Marinelli, che raccontano una storia di scelte di vita e di amicizia tra le montagne della Valle D’Aosta e del Nepal. Siccità, forse il lm più “grande” di Paolo Virzi, che intreccia diverse storie di umanità in una Roma in crisi idrica da 367 giorni, con Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Monica Bellucci, Claudia Pandolfi e Vinicio Marchioni. Bones and All, il nuovo capolavoro di Luca Guadagnino sempre con Timothée Chalamet protagonista, coinvolto in una storia d’amore “carnale”. Un altro libro/film di Donato Carrisi, Io sono l’abisso, ambientato sul Lago di Como e interpretato da Michela Cescon e Gabriel Montesi. La guerra desiderata di Gianni Zanasi, con Edoardo Leo, Miriam Leone e Giuseppe Battiston, una commedia visionaria in un ipotetico con itto tra Spagna e Italia. Completiamo il viaggio nel nord Italia con un altro thriller, l’opera seconda di Ciro D’Emilio Per niente al mondo. Rocco Papaleo torna poi alla regia con Scordato, un road movie intimo che lo vede protagonista del film insieme a Giorgia. Infine tre eventi sportivi: Italia 1982, per celebrare il 40° anniversario della vittoria della nazionale ai mondiali di Spagna, e gli omaggi di Walter Veltroni a Paolo Rossi in Pablito, e di Riccardo Milani a Gigi Riva in Rombo di tuono».
Quali sono le urgenze che il mer- cato è chiamato ad affrontare il prima possibile?
«Innanzitutto lavorare con le istituzioni per eliminare la percezione del pubblico generalista che la sala sia un luogo meno sicuro di altri, soprattutto qualora ci dovesse essere una risalita dei contagi nel prossimo autunno. Quasi uno spettatore su tre non è mai tornato al cinema dall’inizio della pandemia e la frequenza di chi ci è tornato è molto più bassa di prima e concentrata su pochi titoli. L’affluenza ha seguito la curva del Covid in maniera inversamente proporzionale. L’impatto dei contagi, e delle restrizio- ni imposte alle sale rispetto ad altre al- ternative di tempo libero, è conferma- to dal fatto che sono le classi di età più alte a percepire principalmente questo rischio, mentre gli spettatori più giovani ne risentono meno e di con- seguenza i lm a loro rivolti. Questi più di ogni altra cosa spiega il -53% di incassi che abbiamo visto nel 2021 (nel periodo di apertura vs la media dei tre anni precedenti la pandemia), un trend che purtroppo si sta confermando anche in questa prima metà del 2022».
Come riconquistare il rapporto con il pubblico cinematografico?
«Dobbiamo studiare bene quello che succede, analizzando incassi e presenze quotidianamente, e resistere dal cercare soluzioni semplici e immediate mentre siamo ancora nel mezzo della tempesta: sento parlare tanto di politiche per i giovani quando sono gli unici a riempire le sale al momento; di crisi del solo prodotto italiano ma che non credo possa spiegare da solo dove sia il 50% degli incassi che manca; di crisi della commedia e del prodotto di animazione ma guardando ai primi 10 lm italiani degli ultimi 12 mesi troviamo due film per bambini e cinque commedie. Ci sono film che meritano incassi migliori e che torneranno a farli quando il problema della percezione di sicurezza sarà risolto. Altri che invece, con la concorrenza del prodotto ormai sulle piattaforme, la sala non se la possono più permettere e starà a noi distributori stabilire la giusta strategia di distribuzione di ogni singolo titolo. Ci sono sale che dovranno migliorare e dotarsi di una migliore strategia di comunicazione, di servizio e di programmazione. Ci sono rapporti di programmazione da rivedere, fatti di scelte più informate da parte degli esercenti e di politiche meno muscolari da parte dei distributori, che ormai, con questi numeri, portano vantaggi piuttosto marginali; rapporti che solo una maggiore trasparenza può creare, che passa da una gestione di incassi per spettacolo invece che per cinema/sala. C’è un marketing territoriale da sviluppare tra sala e distribuzione, non per creare eventi ma per ricostruire il piacere e l’abitudine di andare in sala. In ne il tema nestre, che ci vede sulla stessa posizione dall’inizio di questo dibattito, ovvero che una nestra è tale se è uguale per tutti e se garantisce nello stesso momento la centralità della sala all’interno di un sistema di valo- rizzazione economica del prodotto, senza cui non sarebbe possibile fare i lm “grandi” che adesso il pubblico ci richiede».
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