CSC, Castellitto ribatte alle accuse e avverte: «Non so per quanto resisto»

Il presidente del Centro Sperimentale  è finito al centro delle polemiche per il coinvolgimento della moglie Margaret Mazzantini ad alcuni eventi e il licenziamento di 17 lavoratori

sergio castellitto

Il presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia Sergio Castellitto risponde alle accuse che lo hanno riguardato nei giorni scorsi circa le critiche e polemiche sorte dopo la notizia del licenziamento di 17 lavoratori del centro e la chiamata a pagamento della moglie Margaret Mazzantini per un evento organizzato dal CSC. Vicende che hanno spinto Alleanza Verdi e Sinistra a richiedere un’interrogazione parlamentare in materia.

In una lettera al Corriere della Sera, l’attore e regista definisce quanto accaduto “una raffica di attacchi” e specifica di ritenere suo diritto rispondere punto per punto. Per cominciare, specifica di non aver mai licenziato i lavoratori in questione: “Questi collaboratori, verso i quali ho il massimo rispetto, avevano un contratto a tempo determinato, per un progetto di digitalizzazione, in scadenza a luglio” scrive Sergio Castellitto, spiegando poi che il dirigente Stefano Iacchetti (ora sollevato dall’incarico) ha mandato su iniziativa autonoma un contratto di assunzione, la cui decisione tuttavia spetta al direttore generale su approvazione del CdA e del presidente.

Sulle consulenze, sottolinea che i nuovi contratti hanno sostituito quelli vecchi in scadenza e di aver chiamato lo studio KPMG “per ristrutturare il precedente piano del PNRR che era stato considerato inadeguato. Dopo mesi di lavoro abbiamo ottenuto poche settimane fa il nullaosta del MEF sul nuovo piano. E questo è un grande successo. Il Centro Sperimentale potrà beneficiare di 25.528.977 milioni di euro da investire in formazione, eventi, ristrutturazione urbanistica, tecnologia e attrezzature“.

L’uso dei soldi del CSC è uno dei punti più contestati da Avs, soprattutto da quando è emerso il nome della moglie Margaret Mazzantini. “Ho organizzato la manifestazione ‘Diaspora degli artisti in guerra’ che ha avuto una grandissima partecipazione. Margaret Mazzantini è stata chiamata, come ospite esterno, in relazione all’incontro con lo scrittore David Grossman. Inizialmente il CSC ha proposto un altro nome alla casa editrice su cui però non c’è stato un accordo – racconta Sergio Castellitto – Mazzantini è stato nome gradito a Grossman, dal momento che tra i due autori esisteva una conoscenza pregressa. Ha percepito la cifra di quattromila euro lordi come tutti gli altri ospiti della rassegna. Mazzantini non svolge nessuna attività di consulenza presso il CSC“.

Sempre sul presunto spreco di denaro, il presidente del Centro sottolinea di aver “rinunciato a partecipare ai Festival cinematografici di Berlino e Cannes” perché “non avendo particolari occasioni per promuovere il CSC, ho ritenuto superfluo il costo delle mie trasferte“. Inoltre, aggiunge di aver rinunciato alla camera a disposizione all’Hotel Excelsior durante la Mostra del Cinema di Venezia e di aver utilizzato solo una volta dal suo insediamento la carta corporate (“per il pagamento di quattro pasti singoli e quattro taxi-barca, per un totale complessivo di 731,50 euro”).

In conclusione, dopo essere tornato sul tema del Cinema Fiamma rimesso in vendita, ha scritto: “Lavoro, con tutto il mio impegno, a titolo completamente gratuito. E questo non l’ho mai visto scritto da nessuna parte. La mia permanenza al Centro Sperimentale costa un paio di caffè al giorno. Sono sistematicamente attaccato soltanto perché sto cercando di fare ordine e probabilmente ho smosso acqua stagnante da molti anni. Ho resistito per amore degli studenti, ma non so per quanto ancora, perché onestamente voglio tornare a fare il mio mestiere. Certamente resterò fino a quando sarà necessario per ricomporre un clima di dignità e indipendenza da qualsiasi strumentalizzazione. Anche in difesa di tutti i docenti, dirigenti, dipendenti preparati e per bene che lavorano da anni per rendere il CSC un’eccellenza della formazione cinematografica nel mondo. E di un CdA onesto e coeso che non mi ha mai fatto sentire solo” ha scritto.

Fonte: CdS

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