Cristiano Bortone: «I miei film con la Cina, per la Cina (ma in Italia)»

A quattro anni dal suo Caffè, il primo film italiano coprodotto con la Cina, il produttore e regista Cristiano Bortone ha aggredito il mercato cinese con la commedia romantica La ricetta italiana, uscita nel Paese del dragone in 9.000 cinema il 3 giugno, girata a Roma da Hou Zuxin con la partecipazione speciale dello chef Cannavacciuolo

Di seguito un estratto dell’articolo pubblicato su Box Office del 30 giugno-15 luglio (n. 12-13). Per leggere il testo integrale clicca QUI, oppure scarica la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonati direttamente alla versione cartacea della rivista.

Autore nel 2018 della prima coproduzione italo-cinese (Caffè) e uscito lo scorso 3 giugno in 9.000 sale in Cina con La ricetta italiana, il produttore e regista Cristiano Bortone – cofondatore del progetto sino-europeo “Bridging the Dragon” – è oggi un punto di riferimento per chi in Europa voglia confrontarsi con il ci ne- colosso d’Oriente. Profondo conoscitore della Cina, che frequenta dagli anni Ottanta, ha aperto una casa di produzione nel Paese e a Roma ha realizzato La ricetta italiana, il primo film prodotto in Italia espressamente per il mercato orientale. Girato dalla regista Hou Zuxin su soggetto di Alberto Simone, il film è coprodotto dallo stesso Simone, da Roberta Manfredi e da Kaixin Mahua, una potenza cinese della commedia.

Quali sono state le difficoltà di rea lizzare un film nel mercato cinese?
«Rispetto a abbiamo fatto un passo in avanti, producendo non solo “con” la Cina, ma “per” la Cina. Alle difficoltà che conosciamo, come la censura, si aggiunge la sfida di trovare i temi giusti e il modo di raccontarli, interpretando lo stile di un altro mondo. È un percorso che passa inevitabilmente attraverso la condi visione con partner cinesi affidabili».

Il film uscirà anche sulla piattaforma YouKu: che ritorno vi aspettate in termini di visualizzazioni?
«Il mercato principale cinematografico, in Cina, è ancora quello theatrical. Come in Italia negli anni ‘60. Anche dal VOD, però, ci attendiamo numeri importanti, dell’ordine di decine di milioni di perso ne. Ma si tratta paradossalmente di un mercato secondario».

Quali gli ingredienti per costruire un film ambientato in Italia che at tragga il pubblico cinese?
«Purtroppo non esiste una regola. Detto ciò, si può tenere conto di alcuni fattori. Per esempio il fatto che il pubblico cinese sia molto giovane, tra i 18 e i 30 anni. E che esistono due fasce di pubblico, una più sofisticata nelle grandi città, e una più popolare nelle campagne, dove funziona no generi più commerciali. Puntare sull’a spetto emotivo può essere vincente: il pubblico cinese cerca le grandi emozioni».

Come può l’Italia costruire una re lazione più solida con la Cina sul fronte audiovisivo?
«La Cina non è “un altro Paese” con cui coprodurre. La Cina è un mondo a parte che richiede una concentrazione strategica specifica. Agli amici produttori suggerisco sempre di…»

I produttori de La ricetta italiana: Cristiano Bortone, Roberta Manfredi e Alberto Simone

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