Di seguito un estratto della cover story dedicata Deputy Managing Director di Universal Pictures International Italy Massimo Proietti pubblicata su Box Office del 15 giugno (n. 11). Per leggere il testo integrale clicca QUI, oppure scarica la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonati direttamente alla versione cartacea della rivista.
Sono indiscutibili i risultati raggiunti e la solida professionalità che Massimo Proietti ha saputo costruirsi nel corso della sua lunga carriera in Universal Pictures International Italy. Il Managing Director Xavier Albert ha colto subito, infatti, il valore umano e professionale di Massimo e ha deciso di affidargli l’incarico di Deputy Managing Director collocandolo al vertice del team. Squadra a sua volta oggetto di un ampio processo di ottimizzazione e di riorganizzazione che ha visto diversi cambiamenti interni negli ultimi mesi. Ora Proietti ha davanti a sé la grande sfida di contribuire alla risalita di un mercato cinematografico affaticato e rallentato dalle conseguenze della pandemia e da una guerra che alimenta ulteriormente il clima generale di incertezza. Una missione che, come lui stesso afferma, intende affrontare con «realismo, senso di responsabilità ed ottimismo», basandosi sui dati concreti dei report e collaborando con il resto della filiera.
Ci racconti del suo nuovo ruolo di Deputy Managing Director.
«È ancora presto per raccontarvi qualcosa della mia recente nomina, ma colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente di questa decisione Xavier Albert, il nostro Managing Director, e tutti i miei colleghi di Universal. Il raggiungimento di questo traguardo personale non sarebbe stato possibile senza il loro lavoro».
Jurassic World – Il dominio ha fatto da apripista a un secondo semestre esplosivo per Universal.
«Il 2 giugno Jurassic World – Il dominio ha aperto l’estate 2022 di Universal che proseguirà a fine giugno con The Black Phone, un thriller con Ethan Hawk prodotto da Blumhouse, e l’11 agosto con Nope, il nuovo film di Jordan Peele (regista di Get Out e Us). A chiudere la stagione estiva il 18 agosto sarà poi l’attesissimo sequel animato Minions 2. Nei mesi più caldi, quindi, approderanno in sala i due film più importanti dell’anno (da un punto di vista commerciale) targati Universal. A settembre avremo Beast, un terrificante thriller con Idris Elba, e il ritorno al cinema di due icone come Julia Roberts e George Clooney nella commedia romantica A Ticket to Paradise. A ottobre sarà poi il turno dell’ultimo capitolo della trilogia horror con Jamie Lee Curtis Halloween Ends, e dal 7 dicembre sarà in sala l’animation Dreamworks Il gatto con gli stivali 2, il nostro film di Natale».

Brad&K Productions
Nel 2021 Universal ha registrato una quota del 14% con 24 milioni di euro di incasso. Che previsioni avete per il 2022?
«La nostra ambizione è quella di raggiungere i 60 milioni di box office per l’anno in corso».
Come fotografa oggi l’attuale situazione del mercato cinematografico in Italia?
«Partiamo dai numeri e quindi dai risultati dei primi quattro mesi di quest’anno. Tra gennaio e aprile 2022 è stato registrato un box office complessivo di 94 milioni di euro, per un totale di 14 milioni di presenze. Nello stesso periodo, rispetto alla media degli anni 2017-2018-2019, registriamo un -61,4% di incassi e un -64% di presenze (fonte: Cinetel). Ci sono delle ragioni che spiegano questo numero così negativo. L’Italia è certamente il Paese europeo che maggiormente ha subìto l’impatto del Covid. Un impatto non solo sul fronte epidemiologico, ma anche e soprattutto in termini psicologici e, quindi, nelle abitudini di consumo. È poi il Paese europeo in cui si è discusso maggiormente di Covid su tutti i media. Solo recentemente se ne parla di meno, perché un altro fatto, la tragica guerra in Ucraina, ha sostituito il virus nell’attenzione dei media. Inoltre, fino al 15 giugno per vedere un film al cinema era obbligatorio l’uso della mascherina ffp2, contrariamente agli altri territori del Vecchio Continente. Parlare di Covid è inevitabile: in tutte le ricerche emerge con chiarezza che esiste una correlazione precisa tra andamento del contagio e presenze nei cinema, ed è altresì chiaro che una larga parte del pubblico cinematografico non è ancora tornata in sala. L’inizio dell’anno è stato caratterizzato da un periodo particolarmente duro in termini di contagi e i due mesi di gennaio e febbraio, tradizionalmente molto importanti per il nostro mercato, sono stati sostanzialmente “bruciati”. La ricerca “Sala e Salotto” di Ergo Research stimava in circa 30 milioni gli italiani che frequentavano i cinema almeno una volta l’anno nel periodo pre-pandemico. Sulla base del nostro report “Pandemic Deep Dive”, che realizziamo da ottobre 2021 sempre con Ergo Research, alla fine di aprile 2022 solo circa 21 milioni di italiani sono tornati al cinema almeno una volta nell’ultimo anno dopo la riapertura delle sale a fine aprile 2021. Circa 9 milioni di italiani che prima della pandemia frequentavano le sale cinematografiche quindi, devono ancora ritornarci. Ad oggi solo il 35% degli italiani si dichiara totalmente tranquillo nel frequentare i cinema (ma non dimentichiamo che, trattandosi di intrattenimento, dovremmo essere al 100%)».
Qual è l’identità di questi spettatori che non sono ancora tornati in sala?
«A fotografare i diversi cluster di pubblico cinematografico è la ricerca “CinExpert”, che dallo scorso dicembre Vertigo ed Ergo Research stanno realizzando su incarico di Universal/Vision. Questa indagine ci riporta con cadenza settimanale l’identikit di chi frequenta le sale cinematografiche e quali film vede; spero che questo report possa essere molto presto a disposizione di tutta l’industria. Dalla ricerca emerge che chi fa più fatica a tornare al cinema sono soprattutto le fasce più adulte della popolazione, ovvero le persone tra i 50 e i 59 anni, ed ancora di più gli over 60, tendenzialmente più donne che uomini. Si tratta del target più responsabile, più “prudente”. Non ha poi aiutato il falso concetto, alimentato dall’obbligo di mascherina, per cui il cinema non è un luogo sicuro. Queste fasce di età hanno un impatto notevole sui risultati di molti film e non solo su quelli naturalmente rivolti a questo target, ma anche per esempio sui film per bambini. Tanti sono genitori e nonni che preferiscono non andare al cinema insieme ai propri figli e nipoti. Per non parlare poi del prodotto italiano pensato e rivolto a un target più adulto e a quel cinema che definiamo per convenzione “d’essai”».
Da chi è composto, invece, il pubblico che è ritornato in sala?
«Oltre il 40% degli italiani tornati in sala dopo la riapertura è rappresentato dalle fasce più giovani tra i 15 e 24 anni e tra i 25 e 34 anni di età. Sono dati facilmente riscontrabili dai….»
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