Di seguito un estratto dell’intervista ad Andrea Iervolino, Ceo di Iervolino & Lady Bacardi Entertainment (ILBE), pubblicata su Box Office del 15-28 febbraio (n. 3-4). Per leggere il testo integrale, scaricare la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonarsi direttamente alla versione cartacea della rivista.
Global Production Company. Si presenta così Iervolino & Lady Bacardi Entertainment spa – nota con l’acronimo ILBE – fondata nel 2011 da Andrea Iervolino e attiva nella produzione di contenuti cinematografici e televisivi, principalmente film, Tv-show e web series animate. Quotata al mercato AIM Italia di Borsa Italiana da agosto 2019 e al mercato francese a gennaio 2022, ILBE conta 120 dipendenti fissi e opera anche attraverso le società controllate Arte Video, Red Carpet e Iervolino Studios by ILBE in Serbia. I ricavi consolidati al 30 settembre 2021 sono pari a 134 milioni di euro (+77% rispetto ai 75,7 milioni al 30 settembre 2020) con un EBIT consolidato al lordo degli oneri netti non ricorrenti della capogruppo, riferiti allo smartworking, di 18,2 milioni di euro (+6,4% rispetto ai 17,1 milioni al 30 settembre 2020). Ma qual è il modello di business del gruppo? A presentarlo è Andrea Iervolino, presidente e amministratore delegato di ILBE: «Iervolino & Lady Bacardi Entertainment (ILBE) nasce come Iervolino Entertainment nel 2011. Ma è nel 2018 che, dopo la lunga esperienza all’estero tra Toronto e Los Angeles, ho deciso di ridarle slancio con la produzione di contenuti audiovisivi da realizzare secondo il modello di business adottato dai produttori indipendenti americani e canadesi. In pochi anni abbiamo portato a termine una serie di acquisizioni di società del settore con un duplice obiettivo: da un lato integrare la filiera, dall’altro diversificare il business. Oggi ILBE è un gruppo che comprende diverse società, ma è soprattutto un gruppo di persone esperte, dinamiche e animate da grande passione, per un totale di 120 dipendenti fissi e numerosi consulenti esterni. Realizziamo opere al 100% di nazionalità italiana aventi tutte le caratteristiche per una distribuzione internazionale, offrendo così a tanti artisti e maestranze del mondo del cinema e dell’audiovisivo italiano la possibilità di beneficiare di una vetrina internazionale e di accrescere la propria professionalità lavorando con star di successo globale come Morgan Freeman, Johnny Depp, Al Pacino, Sarah Jessica Parker, Keanu Reeves, Antonio Banderas, Michael Radford, Ciro Guerra, Mark Rylance, Jeremy Renner , Eva Longoria, Sofia Vergara, Andy Garcia, John Travolta, Catherine Hardwicke e tanti altri. Nel solo 2021 le produzioni realizzate da ILBE hanno visto oltre 500 persone impegnate sui set italiani. I nostri film sono distribuiti worldwide attraverso società di elevato standing tra cui Universal Pictures, Lionsgate, HBO, StudioCanal, Samuel Goldwyn, Netflix, Hulu, Saban, Amazon Prime Video, Apple Tv, Google Play, Sky, Rakuten e molti altri. Come i produttori indipendenti americani, ILBE sottoscrive accordi di prevendita worldwide direttamente, oppure attraverso sales agency con cui abbiamo da anni rapporti consolidati. Grazie alla nostra riconosciuta affidabilità nel mercato internazionale, riusciamo sempre a concludere alcuni accordi di prevendita delle nostre opere (film e serie) durante la fase di sviluppo».
Lei crede fermamente nella produzione di titoli italiani pensati al 100% per l’export internazionale. Quanto conta il mercato italiano sul bilancio finale di un film ILBE?
Fermo restando quanto sopra detto circa la preventiva copertura di una parte del budget di produzione mediante le prevendite internazionali, i government grant (sostegni pubblici) nazionali ed esteri e gli ulteriori ricavi attesi dallo sfruttamento economico del film, rivengono per circa il 95% dalle vendite internazionali e solo per la restante parte dal mercato italiano. Sostanzialmente, il modello dei ricavi di un’opera da noi prodotta segue gli standard e gli andamenti attesi da una classica produzione internazionale.
Cosa l’ha spinta a portare in Italia un modello già avviato in America e che lei ha acquisito e fatto suo nell’ultimo decennio?
Quando vivevo a Los Angeles e venivo a trovare la mia famiglia in Italia incontravo diversi artisti italiani che mi raccontavano del loro sogno americano, di quanto desiderassero trasferirsi a Hollywood per provare a lavorare con le grandi major e con le star mondiali. Questo pensiero mi girava in testa quasi quotidianamente e mi chiedevo come si potesse portare Hollywood in Italia e quanto il modello di business americano fosse adattabile alla nostra cultura cinematografica. Così ho iniziato a sperimentare le prime produzioni, quali La rosa velenosa e Waiting for the Barbarians (presentato al Festival di Venezia 2019), entrambe distribuite in tutto il mondo con buoni risultati grazie anche alla fiducia da parte di grandi attori come John Travolta, Morgan Freeman, Johnny Depp, Mark Rylance, Robert Pattinson, Andy Garcia e Al Pacino.
Dopo la Borsa di Milano, a gennaio vi siete quotati anche a quella francese. Quali le ragioni di questa scelta?
Oltre alla quotazione all’AIM di Borsa Italiana, dal 12 gennaio 2022 ILBE si è quotata anche alla Borsa francese, diventando la prima società di entertainment quotata in due mercati. Credo che questa scelta coraggiosa possa essere un beneficio per tutta la filiera dell’entertainment italiana nei mercati finanziari. Per noi è stato decisivo compiere questo passo, portandoci così alla piena apertura verso il mercato francese, da anni terreno fertile per i nostri progetti e presidiato da Monika Bacardi, mia business partner da circa 10 anni e che vive in Francia da sempre, dove è molto conosciuta.

(© courtesy of ILBE)
Nel 2021 i ricavi di ILBE sono stati estremamente positivi. Qual è stata la maggiore fonte di ricavi?
Nel 2021 abbiamo prodotto diversi film: Muti (con Giuseppe Zeno, Morgan Freeman, Cole Hauser), venduto a Red Box in US e Canada e nel resto del mondo dalla nota sales agency di Los Angeles, The Exchange; Dakota (con Abbie Cornish, William Baldwin e Lola Sultan), venduto a Universal worldwide (Italia esclusa) e a Samuel Goldwyn per la distribuzione US e Canada. E poi ancora Lamborghini, diretto dal Premio Oscar Bobby Moresco, con Frank Grillo, Gabriel Byrne, Mira Sorvino, Romano Reggiani e Fortunato Cerlino. Senza dimenticare la produzione incessante delle nostre web series animate Arctic Friends e Puffins, all’interno del quale Johnny Depp presta la voce e le sembianze fisiche al protagonista principale Johnny Puff. Ma il 2021 ha visto anche la fine della produzione di Tell It Like a Woman – un ambizioso progetto filmico internazionale composto da sette cortometraggi da 15 minuti ciascuno, girati e interpretati da registe e attrici di diverse nazionalità quali Maria Sole Tognazzi, Margherita Buy, Eva Longoria, Jennifer Hudson, Cara Delevingne, Catherine Hardwicke, Marcia Gay Harden; la realizzazione della seconda e terza stagione del progetto Giving Back Generation (la prima è stata prodotta nel 2020) dove, con la partecipazione di star del calibro di Selena Gomez, Sofia Carson ed Emma Marrone, attraverso interviste intime e intense si racconta l’esperienza di uomini e donne dello showbiz che hanno la responsabilità di essere un role model per le nuove generazioni e di ispirazione per i giovani di tutto il mondo. Abbiamo definito anche un accordo con Metro Goldwyn Mayer per la distribuzione US e Canada del film Minamata, con protagonista Johnny Depp. Inoltre, attraverso la controllata Red Carpet, abbiamo prodotto il docufilm Waterworld Music Festival con il rapper Salmo, uscito su Amazon Prime Video e tra i primi posti in classifica durante la prima settimana di programmazione.
A proposito di Red Carpet, ci parli delle vostre attività di “celebrity management”.
L’attività di celebrity management gestita da Red Carpet ci permette di essere presenti in Tv attraverso ospiti che proponiamo ai vari broadcaster. Mi vengono in mente le nostre operazioni più recenti: John Travolta ospite al serale di Amici, Johnny Depp e Antonio Banderas a C’è posta per te, James Blunt per l’apertura delle Olimpiadi di Tokyo, o la selezione dei commentatori Rai per gli Europei di calcio 2020.
Un pilastro importante del vostro core business è anche l’animazione. Quali risultati avete raggiunto in questo segmento?
In Italia ci sono storiche aziende come Rainbow e Gruppo Alcuni, pionieri dell’animazione nel mercato nazionale, che stimo tantissimo per quello che hanno fatto e continuano a fare. Noi siamo soggetti relativamente nuovi nel campo della animazione. Nel 2013 è iniziata la mia personale esperienza nel mondo dell’animation in Canada, dove ho avuto la fortuna di essere uno dei produttori del film di animazione Arctic Dogs che, nonostante non sia stato un grande successo al cinema, è stato di enorme successo sulle piattaforme streaming nel mondo tra cui Netflix US, dove è stato il terzo film più visto nella classifica generale e al primo posto tra i contenuti per le famiglie durante la prima settimana di programmazione. Dall’acquisizione delle proprietà intellettuali dei personaggi animati di questo film abbiamo poi ricavato con ILBE ben 13 spin-off fra cui Arctic Friends e Puffins e ci siamo concentrati sulla produzione degli short content seriali, utilizzando IP famose e già di successo con una qualità di animazione CGI 3D che normalmente i produttori indipendenti utilizzano per i lungometraggi destinati alla sala cinematografica. Quindi, con elevati standard di qualità e con grandi star come Johnny Depp, realizziamo opere in formato short destinate alle piattaforme OTT. Quando alcuni miei colleghi mi hanno chiesto il perché della scelta di un formato così corto piuttosto che un lungometraggio, rispondevo sempre che da indipendente devi per forza essere innovativo, pur rischiando di non essere compreso. Non avrei mai potuto competere con i grandi studios di animazione come Disney realizzando un prodotto con gli stessi costi e mantenendo un alto livello qualitativo, così ho pensato di specializzare la nostra azienda nel formato short e diventare un produttore di “blockbuster di animazione short content”. Nessuna azienda aveva ancora realizzato produzioni simili al nostro livello e la scelta è stata vincente perché le nostre opere di animazione, realizzate da artisti italiani, sono oggi distribuite in 85 Paesi nel mondo.
Si tratta, quindi, di un imponente sforzo produttivo.
Assolutamente sì. Basti pensare che dal 2018 ad oggi hanno lavorato per le nostre serie animate oltre 160 maestranze italiane tra registi, sceneggiatori, storyboard artist, animatori, disegnatori e doppiatori, di cui il 42,6% sono donne. Sono molto soddisfatto anche dei risultati ottenuti dalla nostra “pipeline”, che nel gergo dell’animazione identifica il processo produttivo di realizzazione dei contenuti che i nostri professionisti migliorano periodicamente con l’obiettivo di perfezionare sempre più una catena di montaggio che sviluppi questi contenuti in maniera sempre più veloce, senza rinunciare alla qualità acquisita, per creare formati innovativi come gli short content delle nostre serie ma adattabili anche a formati diversi. La nostra pipeline è così efficiente che…».
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