Contributi selettivi alla produzione: chi ha preso più soldi?

Uno sguardo a come sono stati distribuiti i contributi selettivi alla produzione nelle tre sessioni del 2021 e 2022 e nella prima del 2023. Ecco le società e i film che hanno ricevuto i finanziamenti più alti

Ammontano a più di 80 milioni di euro i contributi selettivi alla produzione che il MiC ha erogato per le annualità del 2021, 2022 e 2023 (qui, al momento in cui scriviamo, è stata conclusa solo la prima delle tre sessioni previste). Una somma cospicua che, secondo le direttive della Legge Franceschini del 2016, ha lo scopo di sostenere i film di giovani autori under 35, le opere prime e seconde, i documentari, i film d’animazione, e quelli di particolare qualità artistica o dalle risorse finanziarie ridotte. Ogni anno, le richieste per queste tipologie di contenuti sono migliaia: nelle 7 sessioni complessive dal 2021 a oggi ne sono arrivate oltre 1.700. A valutarle, la Commissione Esperti scelta dal Ministero: 15 professionisti del settore ai quali, come già evidenziato sul numero del 15-30 ottobre di Box Office, spetta di analizzare una mole spropositata (quasi insostenibile) di progetti. Tralasciando le criticità strutturali della Commissione Esperti, i quesiti ai quali vogliamo ora cercare di rispondere sono: quali società hanno ricevuto i finanziamenti più alti? Quali film sono stati più supportati? E che riscontro hanno avuto tali titoli in sala o nei festival?

(in fondo all’articolo trovate tutte le tabelle con i contributi assegnati alle case di produzioni in ordine alfabetico)

Le case di produzione con più contributi

Le prime tre aziende che nelle recenti annualità hanno ricevuto i maggiori contributi nell’ambito dei selettivi alla produzione sono: Vivo Film, Indiana Production e Pepito Produzioni. Le prime due per un ammontare di oltre 1,9 milioni di euro ciascuna; la terza per oltre 1,8 milioni (vedi tabella sopra). Scendendo nel dettaglio dei progetti finanziati di queste tre società, il film prodotto da Vivo Film più noto e col maggiore contributo è Chiara di Susanna Nicchiarelli (600mila euro): il lungometraggio su Santa Chiara diretto da una delle nostre (poche, purtroppo) registe riconosciute anche nel circuito festivaliero internazionale è stato selezionato in Concorso alla Mostra di Venezia del 2022 per poi uscire subito dopo in sala lo stesso settembre, con 01 Distribution, incassando in totale circa 198mila euro. Tra gli altri titoli Vivo Film finanziati troviamo: Superluna di Federico Bondi (490mila euro) passato dalla recente edizione di Alice nella città 2023, al momento senza una data di uscita; Una donna è fuggita (Wanted) di Fabrizio Ferraro (450mila euro), selezionato alla Festa del Cinema di Roma 2023, anche qui senza una release ufficiale; La grande ambizione di Andrea Segre (435mila euro), sulla figura di Enrico Berlinguer, attualmente sul set.

Per quel che riguarda Indiana Production, il suo progetto col finanziamento più alto è stato Il ritorno di Casanova di Gabriele Salvatores (620mila euro), con Toni Servillo e Fabrizio Bentivoglio, che, dopo l’anteprima al BIF&ST – Bari International Film Festival, è stato distribuito da 01 nei cinema a marzo 2023 registrando un box office di circa 760mila euro. Tra gli altri titoli, uscirà con Warner a fine novembre Home Education (530mila euro), horror psicologico ambientato nei boschi della Sila in Calabria, dell’esordiente Andrea Niada. E sempre a novembre arriverà nei cinema con Luce Cinecittà, dopo la presentazione al Festival di Locarno, Mimì – Il principe delle tenebre (420mila euro) di Brando De Sica (figlio dell’attore Christian De Sica), un horror scanzonato e ironico ambientato a Napoli. È invece in post-produzione Confidenza (350mila euro) di Daniele Luchetti, adattamento del romanzo omonimo di Domenico Starnone con Elio Germano, Vittoria Puccini, Isabella Ferrari e Pilar Fogliati.

Passando a Pepito Produzioni, a guadagnarsi la somma più cospicua, ovvero 890mila euro, è stato I fratelli De Filippo di Sergio Rubini che, passato dalla Festa del Cinema di Roma 2021, è poi uscito come evento di 3 giorni nelle sale a dicembre dello stesso anno raccogliendo circa 30mila euro che sono poi saliti a 97mila con le proiezioni successive. Ha ricevuto 359mila euro Holy Shoes, esordio alla regia di Luigi di Capua (uno dei tre membri del gruppo comico dei The Pills) con Carla Signoris, su quattro storie che ruotano attorno a delle “scarpe, oggetto simbolo del desiderio per eccellenza”; il film dovrebbe essere ormai pronto ma non ha ancora una data di uscita. Si aggiungono poi Le mie ragazze di carta di Luca Lucini (270mila euro), storie di tre adolescenti nella Treviso di fine anni Settanta, presentato al BIF&ST – Bari International Film Festival 2023 e poi distribuito da Adler a luglio di quest’anno incassando 99mila euro; Zarmora, esordi alla regia di Neri Marcorè (250mila euro), liberamente tratto dal romanzo omonimo di Roberto Perrone, ormai pronto ma ancora senza una data di uscita; e infine il documentario Invisible di Adele Tulli (62mila euro) ancora in lavorazione.

I FILM DAI FINANZIAMENTI PIù ALTI

(in fondo all’articolo trovate tutte le tabelle con i contributi assegnati alle case di produzioni in ordine alfabetico)

Considerando i singoli progetti, il film che ha ricevuto il contributo più alto nel periodo preso in considerazione è Dante di Pupi Avati con 935mila euro: l’imponente produzione di DUEA Film con protagonista Sergio Castellitto dedicata al sommo poeta è uscita nei cinema a settembre 2022 arrivando a oltre 1,8 milioni di euro di incassi (con una bella circuitazione nelle scuole). Da segnalare che DUEA Film ha ricevuto anche 700mila euro l’anno successivo per La quattordicesima domenica del tempo ordinario, sempre diretto da Pupi Avati e approdato nelle sale a maggio 2023 (incasso di quasi 1 milione di euro). Dietro a Dante, il secondo maggior contributo è andato a L’ombra di Caravaggio di Michele Placido con 910mila euro: il film con Riccardo Scamarcio (2,1 milioni di euro al botteghino) era stato presentato alla Festa del Cinema di Roma e ha vinto 2 David di Donatello e 3 Nastri d’argento. Anche qui la Goldenart Production ha ricevuto non molto dopo, nel 2023, altri 700mila euro per Eterno Visionario, altro film sempre diretto da Placido. Il terzo film che ha avuto un contributo da 900mila euro è The Palace prodotto dalla Eliseo Entertainment di Luca Barbareschi: dopo il passaggio in Concorso al Festival di Venezia di quest’anno, la commedia nera di Roman Polanski girata in Svizzera è uscita nei cinema il 28 settembre con 01 Distribution e, nel momento in cui scriviamo, è arrivata a circa 360mila euro. Gli altri titoli con le maggiori sovvenzioni sono stati: il già citato I fratelli De Filippo (890mila euro) di Pepito produzioni; Lubo (735mila euro) di Giorgio Diritti di Arancia Film, presentato in Concorso al Festival di Venezia 2023 e in uscita nei cinema il 9 novembre; La Chimera (700mila euro) di Alice Rohrwacher prodotto da Tempesta, presentato a Cannes e poi in numerosi altri Festival quali Toronto e Telluride, in uscita nei cinema il 23 novembre. Oltre a Pupi Avati e Michele Placido, da segnalare che l’altro regista che ha ottenuto più contributi in questi anni recenti è il meno noto Stefano Chiantini, con ben 3 opere sovvenzionate: Una madre con Aurora Giovinazzo, quest’anno alla Festa del cinema di Roma (420mila euro); Jenny (455mila euro), finanziato nel 2022 ma del quale al momento non si trovano online informazioni; Separazioni, appena finanziato nel 2023 e, come riporta Filmitalia, in sviluppo (300mila euro). Tutti prodotti da World Video Production, i tre film di Chiantini arrivano a un totale di 1,1 milioni di euro di contributi.

I “NUOVI” REGISTI

Infine, una considerazione. Guardando i contributi per la sezione dedicata alle opere prime e seconde, dunque quei finanziamenti per i registi emergenti pensati per favorire la ricerca e la crescita dei nuovi autori di domani, si notano in realtà diversi nomi noti. Nomi noti in quanto attori dalla carriera già avviata: Margherita Buy (150mila euro), Fortunato Cerlino (420mila euro), Marco D’Amore (370mila), Beppe Fiorello (290mila), Neri Marcorè (250mila euro), Giampaolo Morelli (350mila euro), Micaela Ramazzotti (280mila euro), Alessandro Roia (200mila euro), Jasmine Trinca (490mila euro). Ovviamente nulla da obiettare agli interpreti che scelgono di debuttare dietro alla macchina da presa, talvolta anche con risultati molto interessanti, ma, se è ovvio che il nome noto dell’attore sia un veicolo di promozione importante per il film stesso, forse questi contributi pubblici sarebbero da destinare maggiormente a chi parte più svantaggiato in termini di riconoscibilità e accesso a risorse finanziarie. Ampliando così gli orizzonti e rischiando di più.

Dettaglio dei contribuiti alle società che hanno ottenuto complessivamente le somme più alte

Sono stati considerati i contributi selettivi alla produzione delle graduatorie del 2021 (tre sessioni), 2022 (tre sessioni), 2023 (prima sessione). Le aziende sono in ordine alfabetico

© RIPRODUZIONE RISERVATA
In caso di citazione si prega di citare e linkare boxofficebiz.it