Commissione Esperti del MiC: criticità e prospettive

Dal 2019, 15 professionisti del settore esaminano ogni anno circa 2.500 progetti audiovisivi per definire la graduatoria dei Contributi Selettivi a Produzione, Promozione e Scrittura di soggetti e sceneggiature, per un ammontare di circa 40-50 milioni di euro. Un lavoro enorme, di grande responsabilità, non privo di possibili conflitti di interesse che – soprattutto alla luce della scadenza della Commissione a marzo 2024 – richiederebbe più operatori per garantire più punti di vista e una maggiore profondità di valutazione

Circa 2.500 progetti audiovisivi, per un totale di finanziamenti cha si aggira sui 40- 50 milioni di euro. Questi sono i numeri coi quali si devono confrontare ogni anno i 15 membri dalla Commissione Esperti di cui si avvale la Direzione Generale Cinema e audiovisivo del MiC. A loro, secondo l’articolo 26 della Legge Cinema, spetta il compito di “valutare le domande di contributo selettivo alle opere cinematografiche e audiovisive e le domande di contributo alla promozione”: ossia le richieste di finanziamento per la pre-produzione, scrittura e produzione di lungometraggi, documentari e titoli di animazione, oltre a quelle per festival, rassegne e premi. Non solo, perché a queste – che sono le aree di lavoro più impegnative per numero di progetti da esaminare e volume di denaro elargito – si aggiungono anche altri compiti come il rilascio della qualifica dei film d’essai o il coinvolgimento in valutazioni per finanziamenti “speciali” (ad esempio il parere sulle compartecipazioni e il riesame di progetti in caso di variazioni).

Insomma, dal 2019 questo ristretto gruppo di persone ha sulle proprie spalle la responsabilità enorme di far diventare realtà (o meno) migliaia e migliaia di progetti. Dai festival alle opere di registi under 35, passando per le sceneggiature in sviluppo, lo spazio di azione degli esperti è molto vasto e si è dunque ritenuto opportuno comporre 4 sottocommissioni ciascuna competente su 3-4 linee specifiche di finanziamento (per esempio “produzione di opere cinematografiche prime e seconde”, o “qualifica di film difficile”, o “Cineteche”) come è dettagliato sotto. Ma forse, a giudicare dalla diversità delle competenze richieste anche nelle sottoaree, perfino 4 sottogruppi sono troppo pochi.

Serve più specificità. Di sicuro, come andremo a spiegare meglio dopo, servono più persone e più profili diversificati. 15 esperti sono troppo pochi per il carico di lavoro richiesto. Tra l’altro, avere più persone garantirebbe più punti di vista, in una figura come quella dell’esperto che, essendo spesso un professionista attivo nel settore, è sempre a rischio di conflitti di interesse. La pluralità di sguardo è essenziale, e dunque sarebbe necessario anche più turnover visto che 13 dei 15 esperti sono ormai in carica dal 2019
Insomma, soprattutto alla luce della scadenza della commissione a marzo 2024, urge una riflessione sulle criticità e prospettive della commissione esperti. Ma andiamo con ordine.

CHI SONO GLI ESPERTI

Come scritto nella Legge Franceschini, “gli esperti sono individuati tra personalità di chiara fama, anche internazionale, e di comprovata qualificazione professionale nel settore cinematografico e audiovisivo”. La Commissione attuale è stata definita in un decreto del marzo 2022 ed è composta da: Pedro Armocida, Rita Borioni, Alessandro Boschi, Elisabetta Bruscolini, Giandomenico Celata, Arnaldo Colasanti, Raffaella Del Vecchio, Antonio Ferraro, Marina Giovannini, Guia Loffredo, Andrea Minuz, Georgette Ranucci, Gianfranco Rinaldi, Valerio Toniolo e Vanessa Tonnini. Nomi di professionisti, giornalisti, avvocati, professori universitari e operatori culturali tutti qualificati, ma, appena sottolineato, quasi tutti (13 su 15) facevano già parte della precedente Commissione nominata nel 2019. Una scelta da un parte utile, soprattutto nel periodo a cavallo della pandemia, perché la macchina era già oliata e poteva viaggiare a buona velocità (avere certezze sulle tempistiche dei finanziamenti è fondamentale per il mercato), ma, dall’altra, sono più di 4 anni che le stesse 13 persone decidono il destino di milioni e milioni di euro e, soprattutto ora che l’emergenza sanitaria è rientrata, sarebbe il caso di cambiare la gran parte della formazione. 
E pensare che prima del 2019 era anche peggio…

DAI 5 SAGGI AI 15 ESPERTI

A gennaio 2018, la prima Commissione per la valutazione dei contributi selettivi era formata da solo 5 membri. La squadra dei “saggi” – così ribattezzati dalla stampa – era composta da Paolo Mereghetti (giornalista), Marina Cicogna (produttrice), Pupi Avati (regista), Enrico Magrelli (giornalista) e Daria Bignardi (giornalista), ma si disperse ben presto, con le dimissioni prima di Avati e poi di Bignardi per via dell’eccessiva concentrazione di responsabilità: troppe poche persone a gestire una mole di denaro e di domande troppo cospicua. Il numero di progetti da valutare era, ed è tuttora, immenso. Neanche il MiC, d’altro canto, aveva previsto numeri così alti: per come era stata concepita la Legge Cinema, le domande per i selettivi sarebbero dovute essere molte meno. I contributi selettivi dovevano essere qualcosa di “accessorio”, un finanziamento riservato espressamente a quei progetti più di qualità e più difficili, o agli esordi. Insomma, un “in più” rispetto ai contributi automatici. Il fatto è che la Legge non sta ancora funzionando a pieno regime sui contributi automatici, con un evidente ritardo nella deliberazione (come è in ritardo, ormai cronico, l’“apertura” della piattaforma per le richieste di tax credit), e dunque molte società, spesso anche non qualificate a farlo, fanno richiesta ai selettivi per provare ad avere accesso ad altre forme di finanziamenti e liquidità. Liquidità che, tra l’altro, è qui a fondo perduto. In un’ottica di superare i finanziamenti a pioggia dei passati decenni, i contributi selettivi erano stati concepiti come aiuti mirati, tanto che si era messo un tetto massimo al numero di progetti finanziati (per esempio, nella produzione, a sessione, sono finanziabili solo 7 opere prime/seconde, 7 film per registi under 35, 11 documentari, 10 cortometraggi, 7 lungometraggi di qualità artistica, 5 difficili/di ricerca). Ma questo non è bastato, e di certo non aiuta il fatto che non ci sia un minimo di sbarramento o selezione all’ingresso, visto che non è neanche richiesta una quota di partecipazione, con la conseguenza che anche società non qualificate fanno domanda intasando il processo.

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LA SELEZIONE DEGLI ESPERTI

Come vengono selezionati gli esperti? Se i 5 “saggi” della vecchia commissione del 2018 furono nominati direttamente dall’allora Ministro Franceschini, le successive squadre sono state formate tramite una selezione ufficiale. Nel dettaglio,  il 27 dicembre 2021 è stato pubblicato dal Ministero della Cultura un avviso per la “manifestazione di interesse nel ricoprire il ruolo di esperti” nel quale veniva semplicemente chiesto di inviare un CV via mail, specificando che la figura richiesta era “una personalità di chiara fama, anche internazionale, e di comprovata qualificazione professionale nel settore cinematografico e audiovisivo”. Sulla base dei curricula, il 14 marzo 2022 il Ministero ha poi scelto i 15 esperti comunicando anche la formazione delle quattro sottocommissioni. Se è apprezzabile una selezione più trasparente tramite un avviso pubblico (anche se, a proposito di trasparenza, sul sito del MiC non sono neanche pubblicati i CV dei prescelti…), per il futuro sarebbe forse utile chiedere, come fatto per le commissioni precedenti alla Legge 220/2016, anche un suggerimento di nominativi alle associazioni di categoria, in modo da avere una rappresentanza più ampia di tutta la filiera.

DURATA DELL’INCARICO

Al momento, la durata dell’incarico conferito agli esperti è di due anni, rinnovabili, a decorrere dalla data del decreto. Il periodo di due anni è sensato per rendere pienamente efficiente la macchina operativa, ma converrebbe d’altro canto inserire un limite per il rinnovo a due mandati consecutivi così da garantire un maggiore turnover

UN LAVORO ENORME NON FACILE

Valutare migliaia e migliaia di progetti, come abbiamo ripetuto più volte, è una gran mole di lavoro.  Ogni esperto ha accesso alla piattaforma ministeriale dove le case di produzione, le organizzazioni dei festival, società e soggetti singoli caricano la documentazione richiesta, dalla sceneggiatura agli altri numerosi materiali accessori: in teoria, l’esperto dovrebbe esaminare l’intera documentazione. Un processo lungo e non banale, perché se è vero che la valutazione degli esperti segue la dettagliata griglia dei punteggi stabilita dalla Legge Cinema, non è un processo così meccanico. Nel caso dei selettivi per la produzione, ad esempio, si deve essere in grado di valutare un film sulla carta, provando a capire come sarà effettivamente una volta ultimato. Chi lavora nella produzione ha più strumenti per farlo, e non potendo dunque escludere i produttori dalla Commissione, come si possono evitare i conflitti di interesse?

CONFLITTI DI INTERESSE

Nel decreto, è scritto chiaramente: “prima di ciascuna sessione di valutazione, l’esperto non deve aver alcun interesse commerciale, ovvero finanziario, nei progetti oggetto di valutazione”. Inoltre, “gli esperti non possono essere legati a società e progetti che ricevono i contributi selettivi della Legge Cinema che loro stessi hanno valutato”. Dovrebbero, quindi, essere professionisti indipendenti, e sarebbe preferibile avere delle persone non legate o dipendenti da un’unica società. Ma questo è sufficiente?

UNA GRANDE RESPONSABILITÀ

Oltre alla responsabilità economica di milioni e milioni di euro, gli esperti hanno anche una forte “responsabilità di immaginario”, di rappresentazione culturale: in base alle loro scelte, certe storie verranno raccontate e altre no. O certi festival su determinate tematiche si potranno fare, ed altri no. Una grande responsabilità e una gran mole di lavoro alla quale non corrisponde però nessun compenso. L’incarico è gratuito: “gli esperti non hanno titolo a compensi, gettoni, indennità comunque denominate” recita il comma 3 dell’articolo 3 del d.m. n° 102 del 14 marzo 2022. Un compenso minimo per questo lavoro così specializzato e così delicato sarebbe invece auspicabile e sarebbe peraltro un ulteriore incentivo alla assoluta indipendenza dell’operato dei membri della Commissione. Non solo, perché incentiverebbe a candidarsi a più professionisti e a svolgere ancor meglio il proprio lavoro.
In conclusione, in vista della scadenza della Commissione a marzo 2024, ci si augura di avere più personalità coinvolte, un maggiore turnover e una maggiore specializzazione sulle linee di finanziamento. È fondamentale avere più punti di vista, e anche più trasparenza: un numero maggiori di esperti permetterebbe di valutare più in profondità le domande, magari riuscendo a fornire anche delle motivazioni un po’ più articolate sull’inclusione ed esclusione dei progetti a commento dei vari punteggi.

I 15 ESPERTI

• Pedro ARMOCIDA (in carica dal 2019)
Giornalista, direttore della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, segretario generale del Sindacato Critici Cinematografici Italiani

• Rita BORIONI (in carica dal 2022)
Esperta di politiche culturali e storica dell’arte, consulente per società audiovisive e pubbliche amministrazioni. Membro del Consiglio di Amministrazione Rai dal 2015 al 2021

• Alessandro BOSCHI (dal 2019)
Giornalista, autore, curatore e conduttore di programmai tv e radio (è redattore storico della trasmissione Hollywood Party)

• Elisabetta BRUSCOLINI (dal 2019)
Produttrice e programmatrice culturale

• Giandomenico CELATA (dal 2019)
Professore universitario ed economista

• Arnaldo COLASANTI (dal 2019)
Scrittore e critico letterario, autore e conduttore di programmi radiofonici e televisivi

• Raffaella DEL VECCHIO (dal 2022)
Production Manager Apulia Film Commission

• Antonio FERRARO (dal 2019)
Giornalista, manager televisivo e cinematografico, produttore, autore

• Marina GIOVANNINI(dal 2019)
Consulente esperta del settore

• Guia LOFFREDO(dal 2019)
Produttrice artistica

• Andrea MINUZ(dal 2019)
Docente universitario, giornalista

• Georgette RANUCCI(dal 2019)
Ufficio stampa Lucky Red 

• Gianfranco RINALDI(dal 2019)
Avvocato esperto in problematiche internazionali sia nel settore cinematografico che in quello puramente commerciale, docente di diritto nello spettacolo

• Valerio TONIOLO (dal 2019)
Docente universitario e manager/consulente per il settore cultura e sport

• Vanessa TONNINI(dal 2019)
Direttrice artistica del Festival Rendez-Vous Il Festival del Cinema Francese a Roma, autrice

LE 4 SOTTOCOMMISSIONI E RELATIVE LINEE DI INTERVENTO

SOTTOCOMMISSIONE 1
Festival, rassegne e premi – Produzione di opere cinematografiche di giovani autori – Produzione di opere audiovisive di animazione – Distribuzione nazionale di opere cinematografiche
1. Elisabetta BRUSCOLINI 2. Rita BORIONI 3. Arnaldo COLASANTI 4. Raffaella DEL VECCHIO 5. Antonio FERRARO 6. Guia LOFFREDO 7. Gianfranco RINALDI 8. Valerio TONIOLO

SOTTOCOMMISSIONE 2
Scrittura di sceneggiature di opere cinematografiche, televisive e web – Cineteche – Sviluppo della cultura audiovisiva.
1. Pedro ARMOCIDA 2. Alessandro BOSCHI 3. Arnaldo COLASANTI 4. Raffaella DEL VECCHIO 5. Marina GIOVANNINI 6. Guia LOFFREDO 7. Georgette RANUCCI 8. Gianfranco RINALDI

SOTTOCOMMISSIONE 3
Sviluppo e pre-produzione di opere cinematografiche, opere televisive, opere web e videogiochi – Produzione di opere cinematografiche prime e seconde – Produzione di opere audiovisive documentari e cortometraggi – Rafforzamento delle imprese operanti nel settore dell’esercizio cinematografico.
1. Pedro ARMOCIDA 2. Rita BORIONI 3. Alessandro BOSCHI 4. Giandomenico CELATA 5. Marina GIOVANNINI 6. Andrea MINUZ 7. Georgette RANUCCI 8. Vanessa TONNINI

SOTTOCOMMISSIONE 4
Produzione di opere cinematografiche difficili, con modeste risorse finanziarie e opere cinematografiche di particolare qualità artistica – Attribuzione qualifica film d’essai – Cine circoli e sale della comunità – Associazioni culturali di cultura cinematografica – Qualifica film difficile.
1. Rita BORIONI 2. Elisabetta BRUSCOLINI 3. Gianni CELATA 4. Raffaella DEL VECCHIO 5. Antonio FERRARO 6. Andrea MINUZ 7. Valerio TONIOLO 8. Vanessa TONNINI

I principali contributi decisi dalla commissione per le annate 2021 e 2022 

2022
Contributi selettivi alla produzione (III sessioni): 38,1 milioni di euro
Contributi selettivi allo sviluppo e pre-produzione (III sessioni): 2.282.000 euro
Contributi selettivi ai progetti di scrittura di sceneggiature (III sessioni): 1.058.000 euro
Contributi alla promozione (I sessione): 9.375.000 euro

2021
Contributi selettivi alla produzione (III sessioni): 28.150.000 milioni di euro
Contributi selettivi allo sviluppo e pre-produzione (III sessioni): 1.650.000 euro
Contributi selettivi ai progetti di scrittura di sceneggiature (III sessioni): 1.200.00 euro
Contributi alla promozione (I sessione): 8.545.000 euro

I progetti valutati dalla Commissione per i principali bandi delle annate 2021 e 2022

2022
Contributi selettivi alla produzione (III sessioni): 782 progetti
Contributi selettivi allo sviluppo e pre-produzione (III sessioni): 317 progetti
Contributi selettivi ai progetti di scrittura di sceneggiature (III sessioni): 881 progetti
Contributi alla promozione (I sessione): 475 progetti

2021
Contributi selettivi alla produzione (III sessioni): 674
Contributi selettivi allo sviluppo e pre-produzione (III sessioni): 525 progetti
Contributi selettivi ai progetti di scrittura di sceneggiature (III sessioni): 659 progetti
Contributi alla promozione (I sessione): 504 progetti

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