Codacons contro il nuovo tax credit: «Gravemente lesivo»

L'ente e l’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi muovono quattro critiche al nuovo decreto legge del quale si attende la definitiva attuazione
codacons contro il nuovo decreto tax credit

L’industria cinematografica italiana aspetta la definitiva pubblicazione della legge per il nuovo tax credit, del quale mancano i decreti direttoriali, ma le nuove regole definite del decreto hanno attirato diverse critiche. Per esempio quelle del Codacons e l’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi.

Le due realtà criticano infatti il decreto interministeriale sul tax credit che riporta la firma del 10 luglio: «Un provvedimento che interviene in maniera negativa e dirompente sul mercato e sulle modalità di produzione del cinema italiano, in particolare di quello indipendente, quello di media e piccola dimensione: la componente principale dell’apparato produttivo e occupazionale nel settore» riportano nel comunicato.

Secondo il Codacons, concentrando sempre di più le fonti finanziare pubbliche verso le grandi società di produzione, «a rimetterci infatti non saranno solo le piccole imprese, ma anche gli spettatori/consumatori, costretti a un’offerta cinematografica sempre più limitata e monotona». Sono quattro i punti cardine della critica mossa verso il nuovo decreto:

  • La drastica riduzione dell’offerta artistica e creativa per il pubblico, con una prevalenza di produzioni “commerciali”;
  • La violazione della concorrenza sia a livello di produzione che nella delimitazione della stessa possibilità di scelta della società di distribuzione;
  • Il controsenso di concentrare sempre di più i contributi pubblici su pochissime società privilegiate (spesso grandi gruppi stranieri o multinazionali);
  • L’impatto del decreto a livello occupazionale.

Per le due associazioni, il vaglio parlamentare resta imprescindibile e sottolineano che «Già lo scorso anno il Codacons si è battuto, con successo, per la difesa dei diritti delle piccole imprese di produzione cinematografica italiane, ottenendo l’annullamento da parte della giustizia amministrativa del decreto ministeriale che, di fatto, le escludeva dal Tax Credit (ammettendo al beneficio solo le società di capitali)».

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