Clayton Townsend e la nuova casa di Mr. Ripley

Il produttore esecutivo Clayton Townsend ci porta alla scoperta della serie Tv di Showtime ed Endemol Shine Ripley, tratta, come il film del 1999, dal romanzo di Patricia Highsmith Il talento di Mr. Ripley. Una produzione ambientata in larga parte in Italia, che punta sugli studi di Cinecittà come hub centrale per le riprese e la logistica dell’intero progetto

Ecco un estratto dell’intervista che è pubblicata sull’ultimo numero su Italian Cinema del 15-28 febbraio (n. 1), trimestrale in allegato a Box Office. Per leggere il testo integrale, scaricare la versione digitale gratuita dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonarsi direttamente alla versione cartacea della rivista.

A più di vent’anni dall’omonimo film del 1999 di Anthony Minghella, con Matt Damon e Jude Law, Il talento di Mr. Ripley diventa una serie Tv, Ripley, con Andrew Scott e Johnny Flynn, attesa negli Stati Uniti tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023. Cuore del progetto, diretto e scritto dallo sceneggiatore Steven Zaillian (Oscar nel 1993 per Schindler’s List e regista della serie The Night Of), sarà ancora una volta l’Italia, teatro della torbida storia dell’amorale truffatore Tom Ripley, assassino e impostore, protagonista dei romanzi della scrittrice texana Patricia Highsmith. A coprodurre sono Showtime e Endemol Shine Nord America, in associazione con Entertainment 360 e Filmrights, e tra i produttori esecutivi c’è Clayton Townsend, storico produttore di Oliver Stone e di titoli come Le amiche della sposa, Unboroken, Zoolander 2 e Bird Box. «La sfida maggiore è quella di riuscire a trasferire nella serie tutti i dettagli, i particolari, gli snodi dei romanzi di Highsmith che non sono entrati nella versione cinematografica», ha dichiarato Townsend a Italian Cinema. «Avendo a disposizione otto episodi, siamo convinti di avere una grande opportunità. Sebbene la storia sia ambientata nei primi anni Sessanta, e non intendiamo allontanarci temporalmente da quel periodo, il personaggio di Tom Ripley è senza tempo, capace quindi di entrare in sintonia anche con il pubblico contemporaneo».

E se la trama ricalcherà quella del film e del romanzo, ruotando intorno al fatale incontro tra un pianista di modeste origini, Ripley appunto, e il facoltoso americano Dickie Greenleaf, amante del lusso e dell’Italia, a cambiare completamente saranno il cast e le location. Accanto ai protagonisti principali, Scott nel ruolo di Ripley (interpretato nel film di Minghella da Damon) e Flynn in quello di Greenleaf (Jude Law nel film), ci saranno anche Dakota Fanning, nei panni di Marge Sherwood (Gwyneth Paltrow al cinema), e il musicista e attore Eliot Sumner, figlio del cantante Sting e dell’attrice Trudie Styler, che reciterà nel ruolo di un amico del ricco americano. Quanto alle location, il film di Minghella, girato in parte anche a New York, aveva puntato sulle città di Roma, Anzio e Napoli, ambientando in tre località diverse – Porto Ercole, Procida e Ischia – la ricostruzione di Mongibello, il paese a sud di Napoli in cui vivono Greenleaf e Marge. Diversa la scelta operata dal regista Zaillian per la serie: «Abbiamo cercato location originali, diverse da quelle del film», spiega Townsend. «Stiamo girando a Roma, Capri, Napoli, Anzio, Venezia, Palermo e Atrani (il borgo più piccolo d’Italia, che nella serie rappresenterà Mongibello, ndr). Ma saranno soprattutto gli studi di Cinecittà ad avere un ruolo centrale nella realizzazione». Nei teatri di posa degli studi romani di Via Tuscolana, infatti, saranno ricostruiti alcuni degli ambienti più caratteristici della serie, «un bellissimo appartamento a Roma, un hotel di New York, una piccola casa di Atrani, scompartimenti di treni di prima classe e molto altro». Scelta «per i teatri di posa, per il supporto tecnico e per il valore aggiunto dell’artigianalità italiana», Cinecittà ha finito per assumere un ruolo centrale e strategico nella macchina organizzativa di Ripley. Ne abbiamo fatto la base del nostro hub di produzione, il luogo strategico per soddisfare le esigenze dei diversi reparti».

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