Claudio Rapino racconta la natura sfaccettata di Maestro Distribuzione

Il Ceo e fondatore presenta la nuova società: una realtà snella e dinamica, nata da un’esperienza professionale lunga 18 anni e che, forte del suo know-how, propone un nuovo modello di business tripartito, dove la storia è il contenuto da vendere e distribuire, e che dall’Italia guarda al mercato internazionale

Prima di tutto il nome. Perché Maestro Distribuzione?
«Innanzitutto Maestro, non inteso come il grande maestro d’arte, ma il maestro scolastico delle elementari, colui che ci riporta all’Abc puro di una storia e alla storia fa fare un percorso un po’ diverso, fuori da tutto ciò che è il sistema produttivo italiano degli ultimi anni, basato per lo più su tax credit e fondi ministeriali. E qui si aggancia il termine Distribuzione, perché prendo la storia e la valuto per un mercato internazionale. Anziché lavorare sui grandi piani finanziari, noi lavoreremo quindi sulle storie, distribuendo un contenuto che è la storia. Una buona storia è la base semplice che può viaggiare e incontrare un pubblico più ampio».

Quindi se Maestro Distribuzione non può essere ascrivibile a una distribuzione pura, ma a una realtà dalle molteplici sfaccettature, qual è la vera natura di questa nuova società?
«Credo si sia creata un po’ di confusione all’annuncio dell’arrivo di Maestro. In realtà la sua natura è molto semplice, forse solo poco comune nel nostro mercato, ma ben definita nel suo essere molto fluida. È una società che agisce come sales company, distribuzione e, in un certo ambito, anche come produzione, senza però essere nessuna di queste tre tipologie in modo delineato, ma muovendosi tra le loro sfaccettature. Se permettete l’uso del termine, Maestro Distribution è una società che gestisce il contenuto, quindi una content handler, e lo distribuisce a seconda della propria natura. Se si tratta di un prodotto estero importato, sia film che serie, gestisce direttamente il ciclo di vita trovando il partner theatrical più consono e le vendite successive. Nel caso di un contenuto originale sviluppato al suo interno, dovrà trovare il partner produttivo sia nazionale che internazionale a cui affidare il progetto, passando metaforicamente il testimone della produzione fisica. Ho già lavorato in società che hanno un business model simile e che fanno di questa indipendenza strutturale la propria forza. Penso, per esempio, a Leone Film Group. Discorso diverso va fatto per la sua natura di sales company. In realtà Maestro Distribution non si occuperà di vendite territorio per territorio, ma attraverso la propria rete di relazioni con società estere proverà a trovare investimenti mirati attraverso equity investment, prevendite o MG per colmare eventuali gap finanziari. Insomma, è una società che ama lavorare sulle storie per portarle a un vasto pubblico europeo, collaborando con le migliori realtà produttive e distributive del mercato nazionale e internazionale».

Everybody Loves Touda di Nabil Ayouch, selezionato nella sezione Première a Cannes 2024

Intendete specializzarvi in ambito theatrical, seriale o entrambi?
«Proprio perché partiamo dalla storia, questa può essere sviluppata in tutti i modi possibili a seconda di ciò che il mercato di riferimento chiede. Nel momento in cui c’è un’idea originale portata magari da uno dei miei collaboratori, oppure da un produttore terzo, ci sediamo al tavolo tutti insieme e cerchiamo di lavorare il prodotto per renderlo internazionale, o comunque adatto a uno specifico percorso di vendita. Molti dei progetti che mi sono stati proposti da quando ho lanciato la società, erano troppo local per poter diventare global. In realtà ci sono moltissimi altri prodotti che possono essere portati all’estero e, a seconda della natura della storia, suggeriamo attraverso la nostra attività di consulenza quelli che, secondo noi, sono le direzioni di sviluppo più adatte, come una serie di otto episodi, un documentario, o una fiction. Una volta che l’abbiamo sviluppato insieme, presento il progetto ai miei clienti internazionali».

Maestro è stata fondata con la partecipazione di ILBE e RS Productions. Che ruolo hanno i vostri partner nella gestione aziendale?
«Sono due società dinamiche che hanno creduto immediatamente nelle potenzialità del mio progetto. Sono i finanziatori di maggioranza che, grazie al loro sostegno, permettono a questa startup di reggere la struttura finanziaria dei costi aziendali, inclusi eventuali costi di consulenza esterna. Inoltre, sono anche i primi clienti della società con cui stiamo collaborando allo sviluppo di film e serie per il mercato na- zionale e internazionale. Quindi Maestro è un’unità esterna rispetto a RS e ILBE».

Deve essere impegnativo supervisionare in prima persona tutti gli asset di Maestro. Com’è strutturata la vostra squadra?«
«Al momento, della parte finanziaria e legale inerente allo sviluppo e alle relazioni con produttori e agenzie se ne sta occupando Andrea Zoso, mentre io mi occupo direttamente della parte creativa, delle relazioni internazionali e dei fornitori. Gli altri aspetti fondamentali nella vita di una società sono gestiti da professionisti con cui abbiamo già lavorato in passato e che costituiscono una rete esterna di consulenti. Ma stiamo valutando l’immissione di due figure interne per coprire i prossimi mercati e festival. Ammetto di avere sottostimato il forte interesse che ha suscitato il nostro servizio di consulenza finanziaria, sono stati tanti i progetti validi che mi sono stati proposti».

Il thriller Bring Them Down di Chris Andrews con Christopher Abbott e Barry Keoghan

Avete già individuato chi potrebbe farvi da service nella distribuzione dei vostri film?
«Dopo diciotto anni di esperienza nell’ambito della distribuzione diretta, ho tanti amici che ho già contattato e che si sono dimostrati disponibili a collaborare subito sui nostri primi titoli. Vista l’indipendenza editoriale, vorrei poter valutare come muovermi di volta in volta. Ci sono società molto abili a gestire la sala per un film di genere, così come società che sono da considerarsi le migliori per un prodotto di qualità. Perché lavorare con una sola realtà? Chi nasce tondo non può morire quadrato. A seconda del film in questione, cercherò la soluzione migliore».

Chi curerà, invece, le campagne marketing e la vendita dei diritti per gli sfruttamenti successivi?
«La parte finanziaria verrà gestita in toto all’interno della società, a seconda di piani e obiettivi che ci siamo prefissati su un determinato film, ovviamente confrontandoci con il partner distributivo. Per la parte operativa vale lo stesso discorso di prima: anche qui ci sono ottime realtà nazionali, società di consulenza artistica e creativa, media buying sul territorio che verranno chiamate a collaborare a seconda del progetto. Negli anni passati ho avuto la fortuna di lavorare con molte di loro e di conoscere i loro punti di forza. Ad ogni modo, la vendita dei diritti successivi e il marketing vengono gestiti interamente dalla Maestro, previa scelta oculata della realtà più consona sulla base del singolo prodotto».

Mentre per quanto riguarda i diritti del film? Resteranno a voi?
«Non è fondamentale per noi gestire la vita successiva dei prodotti originali che svilupperemo. Non intendo specializzarmi in produzione fisica, non è mai stato il mio ambito di competenza. Nelle mie esperienze passate sono stato un buyer, quindi dovevo trovare quel film, serie, o documentario che potesse essere funzionale per il mercato italiano. Ecco, nello sviluppo di opere vorrei mettere a frutto questo know-how. Troveremo e racconteremo la storia fino al coinvolgimento degli artisti principali, poi decideranno i nostri partner produttivi se tenersi interamente i diritti successivi, se affidare a noi il lato vendite e via così. Per i titoli distribuiti dall’estero, invece, i film usciranno al cinema con un partner selezionato, ma i diritti resteranno in essere alla nostra società, ivi inclusi quelli successivi. Una delle caratteristiche essenziali di Maestro Distribution, per come è stata concepita, è quella di essere agile. Non può diventare una distribuzione o una produzione territoriale fisica».

Quindi esclude in futuro la possibilità di assumervi anche l’onore e l’onere di produrre personalmente i vostri film?
«Più che altro non è la priorità di Maestro Distribution. Non vogliamo aumentare il carico di lavoro su direttrici che non rientrano nel solco del nostro business model. Al momento intendiamo focalizzarci sulle storie e su come realizzarle al meglio per portarle a un pubblico ampio. L’expertise della produzione fisica la lasciamo ad altri più competenti, con cui continuiamo a collaborare. Tra l’altro esiste già una Maestro Production, fondata da Antonio Giampaolo, totalmente indipendente da noi, con un business model diverso. Sono bravissimi a fare quello che fanno, ovvero produrre. Magari in futuro le due Maestro collaboreranno insieme».

Potete già contare su un team di professionisti che sviluppa soggetti di film o serie da proporre a terzi?
«Al momento non posso fare ancora nomi, ma quando ho aperto la società avevo già in mente un dream team. Si tratta di artisti con cui ho collaborato e che re- puto adatti a portare avanti il progetto di Maestro Distribution, capaci di raccontare storie che possono viaggiare oltre i confini. La vera ricchezza della nostra industria risiede proprio nel talento di chi scrive opere audiovisive: sono i primi a conoscere il prodotto degli altri Paesi, perché si formano in continuazione, partecipano ai festival e sono sempre aggiornati sulle ultime uscite».

Veniamo al terzo aspetto che contraddistingue l’attività di Maestro, quello produttivo. Qual è il valore aggiunto che portate nella ricerca di partner internazionali per colmare i gap dell’architettura finanziaria di un film?
«Non tutti i film prodotti in Italia o all’estero sono adatti al nostro business model, ma solo quei prodotti che hanno un DNA internazionale e che riescono a parlare a un pubblico diverso da quello nazionale. Quindi il primo valore è proprio quello di saper selezionare il contenuto e suggerire ai produttori modifiche e piccoli accorgimenti per confezionare l’opera a seconda dei mercati diversi: i sono storie che possono essere più di appeal per un distributore tedesco, altre più adatte al mercato francese o spagnolo. A monte verrà fatta un’analisi creativa per agevolare e, si spera, velocizzare le prevendite. Un processo che avverrà con l’ausilio di figure internazionali con cui ho lavorato e che saranno coinvolte in anticipo. Ovviamente l’altro valore di Maestro Distribution è l’indipendenza, ivi inclusa la libertà di accettare/rifiutare i progetti. Preferiamo lavorare su pochi progetti ma curarli al meglio.

Avete già acquisito alcuni film da portare in sala?
«Siamo rientrati da Berlino con quattro film, tutti accomunati da ciò che per noi è fondamentale: grandi storie per il pubblico, che vengono prima dei grandi nomi. Da MK2 abbiamo preso la distribuzione di Ghost Trail, in francese Les Fantômes, il nuovo film di Jonathan Millet con Adam Bessa e Tawfeek Barhom, un thriller solido e ben scritto. E sempre da MK2 Everybody Loves Touda, nuovo film del regista di Casablanca Beats, Nabil Ayouch, selezionato nella sezione Première a Cannes 2024. Dall’Irlanda abbiamo comprato Bring Them Down di Chris Andrews, thriller con Christopher Abbott e Barry Keoghan, mentre l’ultimo titolo è molto grosso e non possiamo ancora annunciarlo. Ma posso dire che ci siamo aggiudicati il prossimo film di Morgan Matthews, 500 Miles, un coming of age con Bill Nighy e il ragazzo di Jojo Rabbit, Roman Griffin Davis».

Quali sono gli obiettivi per questo primo anno di attività?
«Come startup basata sulle relazioni e sulla capacità di indipendenza, l’obiettivo principale è quello di costruire una struttura creativa solida che possa sviluppare massimo tre progetti all’anno, tra film e serial, e distribuire come Maestro Distribution sei titoli, per poi incrementare il numero negli anni successivi. Ma riteniamo fondamentale avere anche il tempo di costruire una rete di società e collaborazioni estere per potere espor- tare la nostra creatività e le nostre storie all’estero. Nessuno nasce maestro, questo è il motto della società».

Siete aperti a nuovi partner finanziari?
«Al momento ci riteniamo soddisfatti sul piano finanziario. In seguito si vedrà, dipende dall’evoluzione del mercato, da come si svilupperà la società e dal numero di progetti da gestire».

Cosa le ha fatto pensare che fosse il momento giusto per avviare questa società?
«Credo che il settore audiovisivo sia in forte ripresa in tutti i suoi ambiti, soprattutto grazie all’aiuto che lo Stato italiano ha immesso in questi anni. Aiuto finan- ziario che, proprio per la sua natura, non potrà essere immutabile ed eterno. Penso ci sia bisogno di ampliare e sperimentare nuove forme di finanziamento sul piano produttivo, e di sviluppare contenuti per un mercato più ampio. Stiamo assistendo a una crisi di idee nel nostro Paese e a una crescente fame di contenuti provenienti da altri Paesi. Eppure le piattaforme streaming hanno mostrato che una storia ben raccontata può viaggiare in tutto il mondo, indipendentemente dal Paese di provenienza. Il momento non potrebbe essere più propizio per soddisfare la richiesta di un percorso alternativo, sia a livello creativo che finanziario. E noi, come Maestro, intendiamo cavalcare questo momento».

Nel corso della sua carriera ha lavorato come Theatrical Manager e responsabile Acquisitions & Sales per Dall’Angelo Pictures, Plaion, Le- one Film Group, Notorious Pictures e Movies Inspired. Quanto queste esperienze hanno inciso nella sua formazione?
«Non vorrei sembrare troppo sdolcinato ma devo tutto a queste società, soprattutto alle persone che ho incontrato lungo questo cammino. C’è un po’ di tutti loro nel DNA di Maestro Distribuzione. Barbara Dall’Angelo e Umberto Bettini sono i primi che hanno creduto in me e che hanno poi formato la mia base lavorativa, la capacità di strutturare il business. Andrea Leone e Francesco Polimanti di Leone Film Group e Guglielmo Marchetti di Notorious Pictures mi hanno dato la possibilità di fare esperienza in grosse realtà internazionali e di lavorare con film e autori importanti. A Stefano Jacono, l’ultimo in ordine temporale, devo l’importanza di un lavoro editoriale sulla qualità di un film e di una valutazione autoriale molto precisa e dettagliata. Maestro Distribution è il punto di arrivo di un percorso lavorativo durato 18 anni, fatto di preziose esperienze e incontri».

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