Cinema, serialità e fiction: come parlare al pubblico oggi?

Il reportage del convegno organizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo e in partnership con le riviste Box Office e Tivù

Un incontro al vertice per confrontarsi su un tema urgente, ovvero la necessità di parlare – attraverso il cinema, ma anche la serialità e la fiction – al pubblico di oggi. Si è tenuto ieri a Venezia all’Italian Pavillion il dibattito – realizzato da Filming Italy Best Movie Award e organizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo in partnership con le riviste Box Office e Tivù – cui hanno partecipato, tra gli altri, il direttore di Rai Fiction Maria Pia Ammirati, la vice presidente esecutiva della programmazione di Sky Italia Antonella D’Errico, gli amministratori delegati Luca Bernabei (Lux Vide), Giampaolo Letta (Medusa), Federica Lucisano (IIF), Nicola Maccanico (Cinecittà), Massimiliano Orfei (Vision Distribution) e in collegamento video Tinny Andreatta, vice presidente degli “originals” italiani per Netflix.

Nodo centrale del dibattito è stato il concetto di mercato, «sempre più esplosivo e contaminato» ha detto Ammirati, ricordando l’impegno di Rai nel «mixare i generi, e mettere insieme autori, mainstream e lunga serialità». Un mercato che, per Maccanico, «va regolato guardando il pubblico, che non fa più quello che gli diciamo, ma sceglie per sé cosa e dove guardare.  Dobbiamo costruire buoni prodotti e essere consapevoli che il consumatore si è ormai abituato alla flessibilità». Sullo stesso piano Letta, che ricorda come la pandemia abbia «alzato l’asticella. È come se il pubblico avesse fatto un corso accelerato, guardando cose di grandissima qualità da ogni parte del mondo. L’aspettativa, adesso, è molto alta. E dobbiamo tenerne conto». Alzare la qualità è la ricetta proposta anche da Lucisano, che indica il «fattore tempo» come dirimente per alzare il livello dei prodotti, da D’Errico, che pone l’accento su prodotti «che siano fortemente identitari, riconoscibili, con le caratteristiche dell’evento imperdibile», e da Andreatta: «Viviamo in un’epoca di passaggio, che impone nuovi parametri. La prima sfida è riuscire a intercettare i bisogni, le paure i sogni del pubblico, consapevoli che il senso di insicurezza e di crisi hanno creato domande e bisogni nuovi». Nella pratica, per Bernabei, si tratta di avere «un concept buono, con un meccanismo seriale feroce che tenga la gente agganciata alla storia: con un’idea sola ci puoi fare un film, non una serie. E poi i prodotti devono poter viaggiare fuori dai confini nazionali, mantenendo un look che richiami il nostro paese senza essere per questo troppo locali». Provocatorio Orfei, in chiusura: «Siamo sicuri che non stiamo riuscendo a parlare bene al pubblico? Eppure la gente consuma tanti prodotti. Vinciamo tanti premi. Produciamo moltissimo. Se dobbiamo lavorare su qualcosa è sul talento, consapevoli che le grandi proprietà intellettuali si producono nel tempo, quando c’è un sistema paese che ascolta la creatività».

Qui il video completo del convegno

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