Cinema italiano: alto budget = alto incasso?

Il risultato in sala di un film italiano è direttamente proporzionale al costo di realizzazione di un’opera? La risposta emerge chiara in questa dettagliata fotografia del rapporto tra costo di produzione di un titolo nostrano e incasso sul grande schermo tra il 2018 e il 2024
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C’è una stretta correlazione tra il budget di produzione e l’incasso in sala dei film italiani? Per rispondere a questa domanda abbiamo preso in esame i film usciti in sala dal 2018 al 2024, tenendo in considerazione per ogni annata i 20 budget più consistenti, così come riportati nelle tabelle a corredo dell’indagine. L’obiettivo è verificare se, dati alla mano, il risultato in sala di un dato film giustifica l’investimento a monte, e se un budget di un certo livello possa essere in qualche modo garanzia di un box office soddisfacente.

QUALCHE PREMESSA

Va da sé che il quadro che emerge è il frutto di dati che, se sono precisi per quanto riguarda gli incassi in sala (la fonte è Cinetel), lo sono meno per quanto concerne i costi di produzione, essendoci basati sulle cifre rese pubbliche dal portale Cinema del Ministero della Cultura in base alle dichiarazioni fatte dalle stesse case di produzione al momento di depositare il progetto per il riconoscimento della nazionalità italiana, oppure per fare richiesta del tax credit e dei finanziamenti pubblici. Non è detto, quindi, che il budget presentato corrisponda poi a quello definitivo, ma dà comunque un ordine di grandezza realisticamente indicativo.
Un’altra considerazione va fatta rispetto al rendimento di un film, la cui vita non si esaurisce, ovviamente, con la sala, ma tiene conto dei vari sfruttamenti successivi e del mercato internazionale. Non è detto, pertanto, che un film che sia andato male al botteghino italiano, non possa rivelarsi fruttuoso nel lungo periodo o nel circuito distributivo di altri Paesi. Ecco perché va precisato ancora una volta che l’indagine qui condotta vuole tenere conto, nel modo più attendibile possibile, solo del rapporto tra il costo di produzione indicativo dichiarato e la performance di un film nelle sale italiane.
Rimangono fuori, dunque, quelle produzioni nazionali che, pur avendo goduto anche di budget ragguardevoli, sono stati distribuite direttamente sulle piattaforme streaming e in home video. È il caso, per esempio, di alcune produzioni pensate principalmente per il mercato internazionale come La rosa velenosa con John Travolta e Morgan Freeman (2019; budget: 15,1 milioni di euro) o Muti – The Ritual Killer (2023, sempre con Morgan Freeman; 17 milioni di budget). O, per quanto riguarda il circuito dello streaming, È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino (2021; 13 milioni di budget dichiarati), Beckett di Ferdinando Cito Filomarino (2021; 9,5 milioni), Fabbricante di lacrime dal romanzo di Erin Doom (2024; 6,5 milioni) e Rapiniamo il duce (2022; 15,2 milioni).

AUMENTANO I FILM AD ALTO BUDGET

Si nota come dal 2018 al 2024 ci sia stato un crescendo di film realizzati con budget sempre più consistenti e che la media stessa dei costi di produzione sia aumentata. Con l’eccezione del biennio pandemico che ha messo in ginocchio l’industria cinematografica, riducendo tanto il volume dei film prodotti quanto la performance in sala dei pochi film che sono stati distribuiti, il numero dei film ad alto budget sono aumentati, come anche è aumentato lo standard dei budget considerati mediani. Se da un lato questa crescita può dare l’idea di un settore che gode di buona salute, dall’altra è la cartina di tornasole di un vizio di forma. Il fatto che un film costi di più non solo non implica in maniera automatica che incassi di più, ma rende ancora più difficile un ritorno economico nel breve periodo, accentuando il fattore di rischio. Spesso, invece, risultano più redditizi nell’immediato film realizzati con budget inferiori. Si tenga conto che mediamente un film italiano incassa tra 1 e 2 milioni di euro.

2018

Nel 2018, per esempio, sono stati solo due i film destinati alla sala costati oltre 10 milioni di euro: Loro di Paolo Sorrentino (19,4 milioni) ed Ella & John di Paolo Virzì (14 milioni). Dei restanti 18 titoli, 12 film hanno goduto di un budget inferiore ai 10 milioni ma superiore ai 5 milioni di euro, mentre 6 sono costati meno di 5 milioni e più di 1,5 milioni, soglia entro cui un film è considerato dal MiC low budget.
In questo caso specifico, il budget di tutti e sei i film sotto i 5 milioni è stato di circa 4 milioni di euro. Nessuno, invece, dei film che sono costati più di 10 milioni è riuscito a incassare neanche lontanamente il costo di produzione. Questo significa che, se dovessimo attenerci alla regola hollywoodiana della moltiplicazione del 3 (a Hollywood un film è considerato una hit, solo se incassa almeno tre volte il costo dichiarato di produzione), sono in perdita. Loro di Paolo Sorrentino, il film ispirato alla figura di Silvio Berlusconi, ha avuto un costo di produzione pari a circa 19 milioni. Il film è poi uscito al cinema diviso in due parti, prima di essere riproposto in una versione conglomerata con le due parti editate in un unico film, e la somma delle due parti ha incassato poco meno di 7 milioni (4 milioni il primo, 2,7 milioni il secondo). Dei 12 film costati oltre i 5 milioni, ma sotto i 10, solo quattro hanno superato il budget di produzione a livello di incasso cinematografico: A casa tutti bene di Gabriele Muccino è costato 6,5 milioni e ne ha incassati 9,1 milioni; Benedetta follia di Carlo Verdone è costato 5,4 milioni e ha totalizzato 8,4 milioni; la commedia di Christian De Sica e Massimo Boldi Amici come prima è costata 7,5 milioni e ha incassato 8,2 milioni; La befana vien di notte è costato 5,9 milioni e ha registrato 7,7 milioni al box office.

2019

Nel 2019 si assiste a un aumento dei film con budget superiori ai 10 milioni: sei contro i due dell’anno precedente. I restanti 14 hanno tutti un budget superiore ai 5 milioni. Per trovare un film appartenente alla terza fascia, quella dei budget inferiori ai 5 milioni, bisogna arrivare almeno in ventitreesima posizione (5 è il numero perfetto, esordio alla regia del fumettista Igor Tuveri). Fa riflettere, però, come gli unici due film che abbiano incassato più di 10 milioni di euro siano stati Il primo natale del duo comico Ficarra e Picone (15,3 milioni), a fronte di un budget di 10,3 milioni, e Pinocchio di Matteo Garrone (15 milioni), a fronte di un costo di produzione di 16,1 milioni. Decisamente in perdita sono stati, invece, il film d’animazione di Lorenzo Mattotti tratto dall’opera di Dino Buzzati La famosa invasione degli orsi in Sicilia, co-produzione italo-francese da oltre 11 milioni di euro che nei nostri cinema ha registrato 473mila euro, Il peccato – Il furore di Michelangelo di Andrey Konchalovskiy, co-produzione italo-russa da quasi 15 milioni di euro che ha totalizzato solo 203 mila euro. Anche un film molto chiacchierato come Suspiria di Luca Guadagnino, ispirato all’omonimo cult di Dario Argento del 1977, è andato particolarmente al di sotto delle previsioni se si confronta l’incasso in sala (1,1 milioni) con il suo relativo budget di produzione (20,1 milioni).

2020 e 2021

Il 2020 e il 2021 sono stati gli anni della crisi provocata dalla pandemia del Covid-19, ma se nel 2020 il film di Checco Zalone Tolo Tolo, uscito all’inizio di quell’anno, ha fatto in tempo a fare il record d’incassi con 46,2 milioni di euro a fronte di un budget di produzione dichiarato di 21 milioni, nel 2021, l’anno più critico in cui le sale sono rimaste chiuse per più tempo e la produzione cinematografica si è ridotta drasticamente, solo un film ha superato i 5 milioni di euro di incasso: Me contro Te – Il mistero della scuola incantata (che è costato 3,8 milioni).

2022

Nel 2022 la situazione è andata riassestandosi dal punto di vista dei volumi di budget investiti. Dei 20 film italiani più costosi, 6 hanno superato i 10 milioni di budget e tutti gli altri hanno abbondantemente superato i 5 milioni di costi di realizzazione. Nessuno, però, ha raggiunto i 10 milioni di incasso (ovviamente il mercato theatrical nel 2022 era ancora contratto dagli effetti post-pandemia). Il film che ha incassato di più è stato Il grande giorno di Aldo, Giovanni & Giacomo, che costato 6,6 milioni ne ha guadagnati 7,2. Seguono Le otto montagne dal best seller di Paolo Cognetti (6 milioni di euro al botteghino e 8,6 di budget dichiarato) e La stranezza, incursione di Ficarra e Picone nel cinema d’autore per la regia di Roberto Andò (5,7 milioni di incasso a fronte di 10 milioni di budget). Le restanti 17 produzioni italiane hanno incassato meno di 5 milioni, con 9 titoli che non hanno neanche raggiunto il milione. In questo senso film anche ambiziosi come L’immensità di Emanuele Crialese, America Latina dei fratelli D’Innocenzo, Dampyr, prima produzione della Sergio Bonelli Editore, Hill of Vision di Roberto Faenza e la co-produzione italo-francese Notre-Dame in Fiamme, hanno performato molto al di sotto del loro potenziale.

2023

È stato il 2023 l’anno produttivamente più interessante. Sono aumentati i film dal grande budget (con almeno 11 produzioni oltre i 10 milioni) e almeno 15 nella fascia tra i 5 e i 10 milioni, segno che dopo la crisi c’è stato un aumento di investimenti nel settore cinematografico ed è cresciuta anche la disponibilità dei produttori a credere in piani di finanziamento più in linea con la media europea. Purtroppo, salvo il caso di C’è ancora domani di Paola Cortellesi (36,6 milioni di euro di incasso e 10,7 di costo di produzione) nessun altro film è andato davvero bene proporzionatamente al budget impiegato per realizzarli. L’unico titolo ascrivibile alla seconda fascia di incassi, quella superiore ai 5 milioni al box office è stato Santocielo di Ficarra e Picone (5,5 milioni di euro), anche se a fronte di un costo di oltre 11 milioni di euro. Tutti gli altri titoli o hanno incassato tra il milione e i 5 milioni, o molto meno. Rientrano in questa fascia i film molto apprezzati di grandi maestri come Matteo Garrone (Io capitano: 4,8 milioni al box office, 11,9 milioni di budget), Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti (4,1 milioni al box office, 13 milioni di budget), Comandante di Edoardo De Angelis (3,6 milioni al box office, 15,6 milioni di budget), Rapito di Marco Bellocchio (1,8 milioni al box office, 13,6 di budget). Particolarmente netto il divario tra budget e incasso nei casi di Finalmente l’alba di Saverio Costanzo (25,4 milioni di budget, 400.000 al box office), The Palace di Roman Polanski (co-produzione italo-franco-svizzera da 18,8 milioni, 398.000 al boxoffice) e la co-produzione italo-inglese The Honeymoon (8 milioni di budget, 27.500 al box office).

2024

Il 2024 non si è ancora concluso, ma è già possibile delineare un quadro della situazione abbastanza attendibile. Rispetto al 2023, il numero di film con budget consistenti si è ridotto, tornando più o meno ai livelli pre-pandemia. Considerando i film usciti fino luglio, solo tre film da oltre 10 milioni di budget: Un altro ferragosto di Paolo Virzì (12,4 milioni, per un incasso di 1,7 milioni), Succede anche nelle migliori famiglie di Alessandro Siani (10,1 milioni, per un box office di 5,7 milioni) e il caso particolare della serie Dostoevskij dei fratelli D’Innocenzo uscita in due atti al cinema (14 milioni di budget complessivo, con un incasso di circa 140mila a fine luglio). Il trend produttivo ha visto piuttosto puntare sui film di fascia media. Il titolo italiano che finora ha incassato di più è stato Un mondo a parte con Antonio Albanese e Virginia Raffaele, con 7 milioni di euro, a fronte di un budget, da quanto dichiarato al Ministero, di 9,1 milioni. Questa prima metà d’anno ha visto poi film particolarmente ambiziosi i cui risultati in sala, però, non hanno convinto, come Another End di Piero Messina (budget di 9,1 milioni e 238.000 euro di incasso), The Penitent di Luca Barbareschi (5,4 milioni il budget, 110.000 euro al box office) ed Enea di Pietro Castellitto (8,4 milioni di budget, 1,2 milioni di incasso).

UNO SGUARDO AL FUTURO

Il futuro sembra riservare una stagione ancora all’insegna dei “big budget”. Tra i titoli attesi al varco ci sono, in ordine decrescente: Queer di Luca Guadagnino (52,6 milioni di budget), Parthenope di Paolo Sorrentino (29,4 milioni di budget), Napoli-New York di Gabriele Salvatores (18,5 milioni di budget), L’abbaglio di Roberto Andò (18 milioni di budget), Kung Fu all’amatriciana di Gabriele Mainetti (16,8 milioni di budget), Maternità di Edoardo Ponti (13,3 milioni di budget), La morte ci divide di David Chavez Grant e Abigail Ory (13 milioni di budget), Fino alla fine di Gabriele Muccino (13 milioni di budget), Il ritorno di Uberto Pasolini (12,9 milioni di budget), Limonov di Kirill Serebrennikov (12,4 milioni di budget; uscito incasso a inizio settembre con un incasso di 295 mila euro), Eterno visionario di Michele Placido (12,2 milioni di budget), Il sognatore indiscreto di Giuseppe Tornatore (11,5 milioni di budget), Il treno dei bambini di Cristina Comencini (10,9 milioni di budget), Campo di battaglia di Gianni Amelio (10,8 milioni di budget; uscito a inizio settembre con un incasso di 1,2 milioni di euro), The Opera di Davide Livermore e Paolo Gep Cucco (10,5 milioni di budget), Duse di Pietro Marcello (10,2 milioni di budget) Il prigioniero di Alejandro Amenábar (10 milioni di budget).

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