Cinema: Gabriele Muccino, l’equivoco del “cinema artistico” ci frega

In un’intervista rilasciata al quotidiano ‘La Repubblica’, Gabriele Muccino, reduce dal successo al box office americano, critica la tendenza del cinema italiano a mitizzare il “cinema artistico” a scapito di quello popolare. Secondo il regista di ‘La ricerca della felicità’ «da noi c’è l’equivoco dell’artista, del “poeta”. Intanto ci si dimentica che Michelangelo obbediva a un committente che era il Papa, e però ciò non impedisce che oggi ammiriamo le “sue” opere e non del committente. Funziona anche per il cinema. Gli americani vogliono fare i numeri e i soldi, ma questo non impedisce loro di capire e valorizzare il talento. Al contrario questo è garantito più lì che qui». Muccino ha firmato il manifesto dei Cento Autori ma ha dichiarato: «La mia paura è che l’ideologia e l’equivoco del “cinema artistico”, che spesso è significato solo brutto, ci freghino una volta in più. Che continuino a uccidere il nostro cinema. Il cinema di chi, da Leone a Germi fino a Fellini e a partire da De Sica, amava il popolo e il pubblico. Quello di cui in America ancora si parla con rispetto e ammirazione. Fortuna che alla testa di questo movimento si impegnino figure come Verdone, Luchetti o Virzì che appartengono a quella scuola».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
In caso di citazione si prega di citare e linkare boxofficebiz.it