Durante la conferenza stampa di oggi di presentazione dei dati Anica 2007, Paolo Ferrari presidente Anica e di Riccardo Tozzi, a capo dei produttori, hanno indirettamente chiamato in causa Filmitalia. «Occorre un ente che promuova bene il cinema italiano all’estero – ha detto Ferrari – non si può continuare a presentare il cinema di casa nostra per una settimana per poi tornare qui senza aver concluso nulla. Bisogna pensare di partecipare a delle manifestazioni mirate e poi lasciare in loco uomini e strutture che continuino il lavoro». Una posizione che fa seguito a quanto è stato già espresso dalla Consulta dell’Audiovisivo – cui aderiscono Anica, Agis, Apt, Api, Anec e Anem – che richiede l’accentramento su una sola struttura dei finanziamenti oggi spalmati su più enti per la promozione del cinema nazionale, in Italia e all’estero. «Se sommiamo i fondi che vengono stanziati all’Istituto del commercio estero – ha proseguito Riccardo Tozzi – con quelli al Ministero degli Esteri, a Cinecittà e a tutti gli altri, si tocca una somma di circa 8,5/10 milioni di euro che vengono però utilizzati più per i costi delle strutture che non in senso operativo. Grossomodo è la stessa cifra che viene investita da Unifrance. Il nostro cinema qualitativamente non vale meno di quello francese, però è valorizzato dieci volte meno». La battuta finale Tozzi la riserva per la ‘forma’ della promozione: «Quando si parla all’estero di cinema italiano si guarda sempre al passato. Va bene Sofia Loren, ma abbiamo anche ad esempio Margherita Buy. In sintesi, dobbiamo valorizzare anche il presente».
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