Cinema digitale: a Torino Virtuality 2002 (II)

E’ stata seguita da un folto pubblico la tavola rotonda dal titolo “Amoro e rancori dell’era digitale: gli autori euroei a confronto” che ha concluso ieri a Torino la prima giornata di “Virtuality 2002, Conferenza Internazionale sulla Realtà Virtuale”. Una delle difficoltà del digitale è stato messo in evidenza dal regista Maurizio Nichetti che ha dichiarato: “Il problema è che in Europa manca l’industria degli effetti; tutti i film europei sono ‘neorealisti’, tragedie costruite e messe in scena come ‘cinema verità’, senza effetto alcuno. In Europa abbiamo gli autori, ma l’industria dov’è”? Alla domanda ha voluto rispondere Giampaolo Sodano, presidente di Eagle Pictures: “In Italia abbiamo raggiunto straordinari livelli di artigianato, non sfociati però in un industria. Spariti gli artigiani, non è rimasto niente: un problema anche di scelte politiche”. Si è dissociato da questo giudizio Oliver Schundler di Bavaria Film: “Il problema è di tutta Europa, e di mercato; i mercati nazionali europei sono troppo piccoli. L’unica possibilità è l’accordo tra le cinematografie”. Nichetti ha anche puntato il dito sulla mentalità. “Anche se si dispone di capitali, è molto più comodo far seguire certe lavorazioni all’estero: si paga di più e si riceve il prodotto finito. Far realizzare le stesse cose in Italia vuol dire sostenere un’industria che è ancora in via di sviluppo, e che necessita di essere seguita più da vicino. È una scelta diversa, ma che può favorire un futuro differente”.

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