Cinecittà potrebbe essere vicina ad una svolta storica: stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, che cita numerose fonti dietro all’indiscrezione, il Ministero dell’Economia e delle Finanze starebbe valutando di portare gli studi cinematografici italiani in Borsa.
Il progetto, che coinvolge anche il Ministero della Cultura, che esercita diritti di azionista a Cinecittà, sarebbe nelle fasi iniziali ma la volontà sarebbe di rendere gli studi che hanno ospitato le produzioni dei film di Federico Fellini anche a Piazza Affari. L’intenzione sarebbe quella di valorizzare ulteriormente il lavoro fatto dal 2017, da quando cioè l’azienda è tornata sotto il controllo statale, al 2021, quando è diventata una società per azioni 100% pubblica ed è stata affidata all’ex manager Sky Nicola Maccanico.
Il bilancio di Cinecittà è in attivo, i ricavi sono raddoppiati nel giro di un anno e hanno superato i 40 milioni di euro sono in corso lavori per la costruzione dei nuovi teatri e in questi anni sono state ospitate numerose produzioni nazionali e internazionali, grazie anche all’esplosione del mondo dello streaming e delle serie tv. Un boom, quest’ultimo che potrebbe spingere ulteriormente i piani per portare Cinecittà in Borsa.
Lo sbarco nel mondo del cinema e delle serie di colossi come Netflix, Amazon, Sony e Fremantle, riporta il Corriere, ha ridato slancio alle produzioni e all’occupazione dei teatri: Cinecittà ha avuto grande capacità attrattiva grazie alla sua storia, alla riorganizzazione e anche alle norme sul tax credit. Che i Governi puntino sull’industria cinematografica è confermato anche dallo stanziamento di 260 milioni di euro del Pnrr per l’ampliamento, la digitalizzazione e la sostenibilità di Cinecittà.
Il piano, viene sottolineato, è ancora nelle fasi iniziali: il Tesoro starebbe studiando un disegno di quotazione, ma non è stato al momento affidato nessun incarico a una banca d’affari o deciso quale quota collocare sul mercato e a quale prezzo.
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