Questa mattina, alle giornate Ciné di Riccione, si è svolto il primo incontro di Anica Lab, un momento di confronto tra distributori, esercenti e produttori su un tema definito. Quello di oggi era il cinema italiano. Domani toccherà al tema delle teniture e venerdì mattina alla comunicazione. Nel suo intervento, Francesca Cima, presidente dei produttori, ha fatto presente che “il cinema italiano è polarizzato. Da una parte abbiamo il cinema commerciale, dall’altra i film d’autore con un pubblico sempre più ristretto. La mia domanda è: come fanno ad emergere nuovi autori? L’innovazione passa dai film da festival che, però, non ha riscontri di pubblico. Gli autori, oggi, sono terrorizzati dal box office dei film e si buttano sulle commedie. Bisogna fare in modo che siano liberi di creare nuove storie”. Per Andrea Occhipinti, presidente dei distributori Anica, “il cinema italiano è poco esportabile.Ottiene grandi risultati ma solo in patria e procede per formule ripetitive. Invece occorrerebbe diversificare, puntare su genieri poco o per niente praticati come l’animazione o il genere family. Ci vuole grande cura nello sviluppo dei progetti e delle storie”. All’incontro sono interventuti anche piccoli esercenti che hanno riportato le loro esperienze. Come ha fatto Daniela Serafini del cinema DB D’Essai di Lecce: “Noto che, quando un distributore ha in listino un film su cui non fa affidamento, lo abbandona, non se ne cura. Il mio invito ai distributori è quello di accompagnare i film, sostenerli, poi pensiamo noi a coinvolgere i nostri spettatori e a portarli in sala”. Ha aggiunto Gino Zagari del Caravaggio di Roma: ” Se guardo a quelli che sono stati i principali incassi del mio cinema, devo dire che sono stati gli eventi. Che sono, però, contenuti alternativi. Quando abbiamo provato ad avere determinati film, non sempre abbiamo avuto accesso al prodotto”. Sul tema è intervenuto Richard Borg, vicepresidente vicario Anica: “La digitalizzazione della nostra industria deve facilitare l’accesso al prodotto. Mi riferisco proprio a quei film particolari e ricercati che, magari, un distributore non può accompagnare in tutte le sale italiane, ma che devono essere messi a disposizione dei cinema”.
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