Ciné, il piccolo esercizio chiede accesso al prodotto

Si è tenuta ieri mattina la seconda giornata di Anica Lab, l’iniziativa proposta dai produttori Anica per incontrare esercenti e distributori e parlare di cinema italiano e di rapporto con le sale. La discussione ha finito con lo spostarsi sul rapporto tra piccolo esercizio e agenzie di noleggio per l’accesso al prodotto. Dopo l’introduzione del presidente dei produttori, Francesca Cima, che ha fatto presente come “la multiprogrammazione potrebbe essere la via per riuscire a trovare spazio e teniture al cinema italiano e sfuggire così alle logiche dell’incasso del primo week-end, che spesso porta allo smontaggio dei film”, la parola è passata agli esercenti presenti in sala. Gianni Petreccani del Controluce Cineclub di La Spezia ha sottolineato: “Noi esercenti di monosale lavoriamo con il pubblico, lo formiamo ma non abbiamo accesso al prodotto, spesso neanche tre settimane dopo la sua uscita nazionale. Lavoro vicono a una multisala di dieci schermi che ha l’esclusiva su tutti i film in uscita”. Hanno aggiunto Vania Maninchedda e Silvano Andreini del Nuovo di La Spezia: “Nelle multisale spesso i film vengono buttati via mentre le monosale lavorano con passione. Noi dobbiamo battagliare con le agenzie di noleggio per avere i film e, spesso, ci dobbiamo rivolgere direttamente alle direzioni commerciali di Roma per ottenere i film. E’ una battaglia continua”. Antonio Sancassani, del Mexico di Milano, ha fatto presente “la difficoltà che abbiamo nell’avere i film. Non solo per colpa delle agenzie; a volte sono anche i colleghi che si mettono ‘contro’. e ci chiudono tutti gli spazi solo perché siamo indipendenti. Ai distributori dico: seguiti i vostri film, studiate i cinema in cui escono e il lavoro che gli esercenti riescono a fare con i film. In Italia, le monosale che sono rimaste, resistono proprio perché fanno un determinato tipo di lavoro, di promozione e di valorizzazione dei film. Altrimenti avremmo già chiuso”. Mario Lorini, ex presidente Fice e gestore del cinema Garibaldi di Poggibonsi ha aggiunto: “I distributori dovrebbero far tesoro di quanto sta emergendo perché quella descritta è la situazione reale che vivono molti cinema. Noi possiamo migliorare i cinema, creare pubblico ma se non si risolve il problema dell’accesso ai film, è tutto inutile. Studiate questo esercizio”. Andrea Occhipinti, presidente distributori Anica, ha risposto alle sollecitazioni degli esercenti: “Abbiamo parlato di accesso al prodotto, agenzie di noleggio, lavoro delle monosale. Noi distributori abbiamo bisogno delle agenzie, ci fidiamo del loro lavoro. Detto questo siamo a conoscenza delle lamentele e dei problemi, temi importanti per i quali non è facile trovare una soluzione”. Ci ha provato Domenico Dinoia, presidente Fice: “Dovremmo adottare la figura del mediatore, come in Francia. Non riusciremo mai a trovare una soluzione all’interno del nostro mercato per come è strutturato”. Ha concluso Richard Borg, vicepresidente vicario Anica: “Magari si riuscisse a introdurre la figura del mediatore. Quanto allo spazio e alle teniture del cinema italiano, con Mario Lorini abbiamo girato l’Italia parlando di multiprogrammazione che poteva rappresentare la soluzione per un certo tipo di cinema, di trovare spazio in sala. Purtroppo abbiamo trovato tante resistenze da parte di molti e il progettosi è bloccato”.

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