Cina, stretta sulla censura dei film stranieri

Pochi giorni fa, il film Monster Hunter era stato rimosso dalle sale cinematografiche cinesi dopo appena un giorno di programmazione a seguito delle polemiche per una battuta ritenuta razzista nella pellicola, ora la Terra del dragone ha deciso di restringere ulteriormente le maglie della censura. Come riporta The Hollywood Reporter, la China Film Administration avrebbe infatti richiamato diversi film importati precedentemente approvati per una seconda e più approfondita revisione ai fini di ottenere il visto censura e approdare nelle sale. Una decisione che ovviamente sta portando a cascata al possibile rinvio di titoli di imminente uscita. Tra questi, il film che sarebbe più colpito è l’anime giapponese Demon Slayer che, dopo aver guadagnato poco meno di 300 milioni nel mondo, era molto atteso in Cina dove sarebbe dovuto arrivare, in un numero elevato di “copie”, tra fine dicembre o inizio gennaio. La decisione di esaminare il film una seconda volta avrebbe ora messo in pericolo la data di uscita prevista. Stessa sorte sarebbe toccata anche al popolare sequel giapponese sequel Fate/stay night: Heaven’s Feel III. spring song.

Nessuno dei due film dovrebbe avere difficoltà ad ottenere un nuovo visto censura, ma il lungo processo di approvazione non consentirà di riuscire a rispettare la release di fine anno. Considerando poi che i regolatori cinesi non consentono l’uscita di nuovi film stranieri durante il redditizio periodo delle vacanze del capodanno cinese (ovvero dall’11 al 26 febbraio 2021) Demon Slayer e Fate / Stay potrebbero dover attendere fino alla fine di febbraio o marzo per essere distribuiti in Cina. A quel punto, si prevede che una copia pirata di alta qualità di Demon Slayer possa già essere trapelata online (il film uscirà su DVD e Blu-ray in Giappone a fine gennaio, con un conseguente grave impatto sugli incassi al blockbuster cinese. Per quel che riguarda Monster Hunter, il film con Milla Jovovich non è ancora stato riproposto nelle sale cinesi, nonostante il regista si sia ufficialmente scusato e i produttori si siano impegnati a tagliare la sequenza incriminata.

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