Ccnl attori, primo storico accordo: dai minimi retributivi alle AI, i dettagli

Al via la svolta per gli interpreti del settore cine-audiovisivo. Tra le novità del 2024 anche l'indennità alla discontinuità

Il 2024 sarà un anno a suo modo storico per il cinema italiano: a dicembre è stato infatti trovato l’accordo per il primo Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) per attori, attrici e interpreti del settore cine-audiovisivo. Le sigle Apa, Anica e Ape, i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno siglato il testo che segna una svolta per le tutele giurslavoristiche di questo mondo.

I dettagli dell’accordo triennale, che entrerà ufficialmente in vigore il 1 marzo 2024, sono riassunte su Italia Oggi. Cambierà molto per i professionisti del settore, ovvero “chi interpreta un ruolo combinando tecniche e linguaggi artistici diversi”, divisi in tre gruppi professionali a seconda del coinvolgimento. Nel primo rientrano i protagonisti (anche di una sola puntata), quindi personaggi fissi, non protagonisti e camei, mentre nel terzo fanno parte tutti coloro che non rientrano nei precedenti gruppi.

I minimi contributivi del Ccnl per attori e attrici

Per queste categorie sono stati previsti dei minimi retributivi in base non solo alla suddivisione dei gruppi, ma anche al tipo di progetto. Si va da un minimo di compensazione di 650 euro lordi per giornata di posa ad un attore del terzo gruppo ai 1.110 euro lordi del primo; nel caso di lunga serialità (8 episodi da 50 minuti l’uno) i compensi sono di 450 euro lordi per giornata al gruppo 3, 650 euro al gruppo 2 e 900 euro al gruppo 1; cifre che, per quanto riguarda le prime due categorie, calano a 500 e 550 euro a giornata per progetti di lunghissima serialità (almeno 40 episodi da 25 minuti l’uno). Infine, per quanto riguarda film con budget inferiore ai 2 milioni di euro, cortometraggi sotto i 750mila euro e documentari da 500mila sono previsti, i minimi previsti sono di 325 euro lordi per il gruppo 3, 425 euro per il gruppo 2 e 550 euro per il gruppo 1.

Nel contratto, che può essere di lavoro subordinato a tempo determinato o autonomo, viene riconosciuto il diritto al riposo tra una prestazione e l’altra di almeno 11 ore continuative, compreso di tempi di trucco e vestizione. Le giornate promozionali saranno retribuite per non meno del 30% del compenso globale riparametrato sul numero di giornate. Tra le novità rientra anche l’istituto della disponibilità: un attore o un’attrice deve quindi indicare un periodo di tempo nel quale, pur non lavorando, deve comunque essere a disposizione della produzione mantenendo “le medesime caratteristiche fisiche richieste in merito alle condizioni di immagine per interpretare il ruolo”.

Le prove saranno retribuite al 50% dei minimi tabellari, mentre per trucco e fitting non è previsto compenso (ma le ore spese fanno parte del lavoro). Per spostamenti sopra i 100km dalla propria sede principale avranno garantiti vitto e alloggio, oltre ad una diaria. Le giornate di viaggio saranno retribuite con un compenso pari al 30% dei minimi.

Come per gli accordi del sindacato SAG-AFTRA frutto di lunghe negoziazioni, anche nel Ccnl attori italiano hanno trovato spazio norme sull’intelligenza artificiale: le parti si impegnano ad arrivare ad una definizione sul piano tecnico che miri a “regolare l’utilizzo di tali innovazione tecnologiche”. Rientrano anche misure per la parità di genere: è scritto nero su bianco, specifica la fonte, l’impegno al rispetto dei diritti di tutti i generi e l’abolizione delle differenze di trattamento, anche retributivo.

Al via le domande per l’indennità di discontinuità

Dal 15 gennaio 2024, infine, scatterà anche un’altra novità legata al mondo dello spettacolo. Tramite circolare del 3 gennaio, l’Inps ha reso noto uno stanziamento di 100 milioni di euro per le indennità di discontinuità per i lavoratori dello spettacolo, contributo derivante dalla legge delega di riforma dello spettacolo del 2022. L’indennità spetta per un numero di giornate pari a un terzo di quelle accreditate dall’Inps nell’anno di riferimento al netto di eventuali giornate già coperte da altri contributi.

L’importo giornaliero, si apprende, è pari al 60% della retribuzione media imponibile dell’anno di riferimento ed entro il limite del minimale giornaliero di 53,95 euro per l’anno 2023. I beneficiari sono i lavoratori che sono iscritti al fondo pensione dello spettacolo. Viene richiesta la residenza in Italia da almeno un anno, un Irpef inferiore a 25mila euro e almeno 60 giornate di contribuzione accreditata.

Ora tocca agli accordi per stuntman e troupe

Non è l’unico grande contratto nazionale siglato di recente nel mondo dello spettacolo: a inizio dicembre i doppiatori hanno trovato l’accordo dopo 15 lunghi anni di attesa, mentre ora toccherà a quello degli stuntman e della troupe. «Ognuno di questi accordi ha aspetti delicati – ha detto il presidente di Anica, Francesco Rutelli – Con la necessità di conciliare le esigenze dei lavoratori e aziende”.

Fonte: Italia Oggi

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