Cannes, nuove strade di collaborazione tra Italia e India

Ospitato all’Italian Pavilion, durante il Festival di Cannes, l’incontro per l'internazionalizzazione del cinema italiano alla presenza di Roberto Stabile, Cristina Priarone, Francesco Rutelli e dell'Ambasciatore italiano in India Vincenzo De Luca

Italia-India, nuove strade di collaborazione. Nuove opportunità produttive. Quest oil tema al centro del Rendez-vous “Italy and India: a New Wave of Film Industry Collaborations”, incontro per l’internazionalizzazione del cinema italiano che si è tenuto nei giorni scorsi presso l’Italian Pavilion nell’ambito del Festival di Cannes.

Dopo due anni di restrizioni e limitazioni che, tra difficoltà di viaggiare e incontrarsi ai classici festival ed eventi, i due paesi, legati da reciproca ammirazione per le proprie opere filmiche fin da quando il regista Satyajit Ray vinse il leone d’oro a Venezia per Aparajito nel 1957, tornano finalmente a dialogare vis à vis. Con lo scopo di rivitalizzare le collaborazioni e possibilità di lavorare insieme nella produzione audiovisiva.

Ad aprire i lavori è Roberto Stabile, Responsabile progetti speciali Mic – Cinecittà cui spetta il compito di introdurre l’Ambasciatore italiano in India Vincenzo De Luca che ricorda i tanti sforzi fatti dall’Italia per rendere possibile in India la partecipazione dei nostri film ai maggiori festival locali ma anche la realizzazione di retrospettive di titoli italiani classici e recenti. Sforzi apprezzati dal Presidente Anica Francesco Rutelli che si congratula anche con il Festival che quest’anno ha deciso di focalizzare la sua attenzione sull’India. «L’Anica pensa che sia indispensabile preservare spazi che permettano di mantenere le vedute più ampie possibile per consentire alla cultura e alla cooperazione di restare libere ed aperte, specie in questi tempi così geopoliticamente complessi».

È poi intervenuta la Presidente di Italian Film Commissions Cristina Priarone che ha raccontato invece perchè sia semplice lavorare insieme per questi due paesi: «Agli artisti indiani piace avere la possibilità di scegliere tra molte location: il territorio italiano è ricco e variegato, non ci sono solo le città d’arte, loro lo sanno e apprezzano, allo stesso modo a noi fa piacere sostenerli grazie al budget IFC che ogni anno mette a disposizione delle produzioni internazionali 50 milioni di euro di sostegni».

Natarajan Vidyasagar, Chief Editor di Pickle Magazine, ha invitato a riflettere alcuni professionisti dell’audiovisivo indiano su quali siano i prossimi passi da compiere per migliorare la collaborazione tra i due paesi. Da Bobby Bedi, Filmmaker e Managing Director Kaleidoscope Entertainment ha così risposto: “A volte i governi si allontanano dalle necessità del settore audiovisivo. Il cinema non può solo far da traino al turismo realizzando opere che mettono più in risalto l’aspetto delle bellezze paesaggistiche che non i contenuti artistici. Girare all’estero può aiutare il turismo ma questo aiuta l’economia non la Settima arte. Le produzioni si devono concentrare di più sulle reali collaborazioni del settore cinematografico: il cineturismo deve essere una conseguenza non il motore che muove la collaborazione, per questo vanno utilizzati meglio i talenti e le competenze che l’India, così come l’Italia, può mettere in campo».

A confermare questa tesi due coproduzioni, attualmente in sviluppo, che puntano tutto sulle storie e non sulle location. Il primo è un documentario su Osho, in realizzazione proprio dalla società di Bedi che sarà scritto in Italia ma girato in India, e narrerà la vicenda del guru attraverso il punto di vista di uno dei suoi seguaci nel nostro paese. L’altro è La bicicletta di Bartali, film di animazione che la Lynx Multimedia Factory di Evelina Poggi sta realizzando insieme alla Toonz Animation India capitanata da P. Jayakumar: una società con una lunga esperienza in Italia dove ha lavorato con la Rainbow di Iginio Straffi per le Winx e ora per un progetto su Pinocchio.

L’India ha poi annunciato nuovi incentive a supporto delle coproduzioni. Si tratta di sostegni pari al 30% del film per un massimo di 260mila dollari per progetti realizzati in India da compagnie internazionali. Nel caso di film girati in India va aggiunto un 5% pari a un massimo di 65mila dollari e un ulteriore 15% se alle riprese partecipa forza lavoro indiana. Per essere elegibili i progetti devono aver siglato accordi di coproduzione dopo la data del 1 aprile 2022.

Strumenti utili che vanno a sommarsi a quelli italiani, ancora in vigore come ricorda Iole Maria Giannattasio responsabile delle attività internazionali, del supporto legale e dell’ufficio studi presso la segreteria tecnica della DGCA-MIC. Tra India e Italia esiste un solido accordo per le coproduzioni firmato nel 2005. Accordo che è ulteriormente supportato dal fondo per le produzioni minoritarie, ovvero i progetti in cui l’Italia è presente con un capitale che copre il film per una percentuale che va da 10 al 20%, possono accedere alla selezione che ogni anno mette a disposizione 5 milioni di euro per un massimo di 300mila euro per film.

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