In questi giorni di Festival di Cannes, qui sulla Croisette cntinua a tenere banco la querelle che ha visto contrapposti gli esercenti francesi e Netflix per i due film del colosso Svod presentati in concorso, ovvero Okja di Bong Joon-Ho e The Meyerowitz Stories di Noah Baumbach. Come abbiamo riportato anche su e-duesse.it, la direzione del Festival ha deciso che dall’anno prossimo i film che vorranno partecipare in concorso dovranno garantire l’uscita al cinema dei film, cosa che – come si sa – non rientra nel modello di business di Netflix che propone i suoi film sulla piattaforma Svod e, al limite, in contemporanea in un numero limitato di sale. Ieri il CCO di Netflix, Ted Sarandos, intervistato da Variety, ha ragionato sul futoro. A domanda diretta se, con queste regole, pensa di tornare a Cannes l’anno prossimo la prima risposta è stata: “No”. Poi ha aggiunto, più diplomaticamente: “Bene, non dovresi dire così. La partecipazione sarebbe meno attrattiva perché influenzerebbe la nostra strategia nei festival nel mondo. I nostri film dovrebbero essere giudicati per il loro valore artistico e non solo per le potenzialità commerciali. Il paradosso è che si dice che un film ha possibilità commerciali se va a un festival”. Variety fa presente che Sarandos ha sottolineato che Netflix è stata invitata a Venezia, Toronto, Telluride e nei più importanti festival internazionali.
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