L’Italia a Cannes non è solo ‘Preferisco il rumore del mare’ al Certain Regard e ‘Pane e tulipani’ alla Quinzaine. Mai come quest’anno sono tanti i titoli coprodotti da nostri operatori con partner internazionali. Capitani d’aprile, Kippur, Dancer in the Dark, Terra del fuoco, Il quadro nero. Ma non solo. «Valerio De Paolis produce il film di Amos Kollek – spiega Giorgio Gosetti, direttore dell’agenzia Italia Cinema – e coproduce quello di Ken Loach; la lista è significativa. Si legge che in questo festival ci sono quattro film francesi in concorso, di cui uno è diretto dall’austriaco Michael Haneke e l’altro del magiaro Dominik Moll: se quelli sono francesi il film di Gitai è italiano…». Quanto a presunte ostilità del selezionatore Gilles Jacob, Gosetti afferma: «Il direttore del festival di Cannes ragioni secondo uno schema abbastanza prevedibile: va sui nomi consolidati e su quelle che lui ritiene possano essere scoperte controcorrente. L’anno scorso aveva a tiro un nome consolidato come Bellocchio, quest’anno a mio parere aveva solo Pupi Avati e poi una serie di autori di notevole interesse (Ricky Tognazzi, Calopresti, Soldini…) in cui doveva sentire l’urgenza della scommessa. Che sul cinema italiano, in questo momento, Jacob non ha».Riguardo ai recenti cambiamenti nell’agenzia, che hanno determinato l’uscita dell’Anica e un maggior peso di Cinecittà, Gosetti dichiara: «L’assenza di Anica è un elemento negativo, lavorare insieme come a Cannes, ma non poter progettare insieme e ottimizzare le strategie è secondo me un danno, per noi. In positivo, lavorare con gli strumenti di legge riconosciuti a Cinecittà consente una pianificazione annua e, credo in termini ragionevoli, pluriennale. Con maggiore razionalità e funzionalità nell’impiego delle risorse. Altra novità è rappresentata dalla possibilità di lavorare con Agis/Anec, Rai, Api e Fida, Anac e Ice, e a pieno ritmo con il Ministero degli Esteri».
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