Cannes: Come portare il cinema europeo all’estero?

Si è discusso a lungo ieri al cinema Olympia di Cannes durante il convegno organizzato dall’European Audiovisual Observatory, dal titolo “What Makes European Films Travel?”. Al centro del dibattito i requisiti fondamentali per rendere un film europeo appetibile anche nel resto del mondo. Unico italiano tra i relatori internazionali Stefano Massenzi, head of acquisitions and Business Affairs di Lucky Red: «Il mercato cinematografico sta cambiando, compresi il pubblico e le modalità di fruizione. Assistiamo all’ascesa di nuovi attori come Netflix e Amazon, che sono partner e non avversari perché lavoriamo nella stessa industria. Non va dimenticato, però, che il nostro core business è il cinema». E continua: «Non tutti i prodotti sono esportabili. Vanno considerati diversi i fattori, come la qualità artistica e se il film è pensato anche per altri mercati. Il cinema europeo deve mantenere la propria identità e solo così potrà esportare la propria cultura anche nel resto del mondo».

Per Ted Hope, Head of Motion Picture Production di Amazon Studios, «bisogna individuare con precisione ciò che il pubblico desidera. Di cosa parleranno gli spettatori quando la proiezione del film sarà terminata? È essenziale per noi la visione del regista. Come Chi-Raq di Spike Lee, che abbiamo ideato, sviluppato e completato in soli dieci mesi. Era un film che affrontava un tema di forte attualità e dovevamo uscire presto al cinema. A volte, invece, trascorrono anni prima che un film possa uscire in sala». Fondamentale per Hope che il film abbia uno specifico target di riferimento: «Non acquisirò mai un film senza un core customer, perché non spingerà mai le persone a uscire di casa per andare al cinema. Servono prodotti che possano toccare nel profondo le persone. L’uscita theatrical è importante ma c’è sempre meno spazio: ci sono troppi film e servono titoli che arrivino dritti al cuore. Purtroppo i creatori e i distributori non hanno mantenuto una relazione con il pubblico». E riguardo al video on demand, «Amazon crede nel cinema e nei distributori locali indipendenti come Lucky Red, perché conoscono il loro pubblico di riferimento. Ma crede anche nel vod come mezzo per veicolare contenuti in un mondo sempre più orientato verso nuovi media».

Gli fa eco Daniela Elstner, presidente di ADEF (French Association of Film Exporters): «Dobbiamo chiederci quale sia la via migliore per portare un film al pubblico più ampio possibile. Fuocoammare è stato venduto così tanto all’estero perché affronta un tema particolarmente attuale. E dobbiamo pensare anche a nuove modalità di fruizione, perché non possiamo portare sul grande schermo tutti i film prodotti».

Si ritiene fortunato Andrew Lowe, produttore e direttore di Element Pictures, di poter «lavorare in un’industria dinamica. Abbiamo riscosso ampio successo all’estero con The Lobster e Room. Se realizzi un film basato su un libro conosciuto come Room, è più facile riscuotere un interesse internazionale. Ma servono anche registi e attori di talento. Con The Lobster (che è una coproduzione europea), il regista ha avuto la fortuna di mantenere la propria liberta artistica. Lo stesso discorso vale per Room che, essendo una produzione irlandese, è stato sviluppato in autonomia e ha mantenuto una freschezza unica».

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