Presentato a Roma, negli spazi del Cinema Barberini, il nuovo piano industriale 2025-2029 di Cinecittà che l’amministratrice delegata Manuela Cacciamani ha definito «ambizioso ma assolutamente sostenibile». Vediamolo con lei: «L’obiettivo è passare da un fatturato di 26,7 milioni di euro del 2024 ai 51,9 milioni di euro del 2029. In realtà il totale del piano prevede ricavi commerciali, da qui al 2029, pari a 207 milioni di euro con utile netto di 4,3 milioni considerando che partivamo nel 2024 da -11,6 milioni». Il riferimento è alla situazione che l’amministratrice delegata dichiara di aver trovato a luglio dell’anno scorso quando è stata nominata al posto del dimissionario Nicola Maccanico: «Sono solo 10 mesi che sono arrivata – ricordo che era una caldissima giornata di luglio – e, oggettivamente, quello che ho dovuto imparare subito è stato che forse era l’ora più buia di Cinecittà. In realtà a dirmelo è stato proprio colui che mi siede qui accanto che lavora a Cinecittà da quarant’anni». Ossia Claudio Ranocchi, direttore amministrazione, finanza e controllo presente al pranzo con i giornalisti insieme alla dirigenza di Cinecittà con Enrico Bufalini, direttore cinema e documentari, Domenico Pinuccio Darino, direttore Facility Management e gestione teatri. Mancava la presidente Chiara Sbarigia che ha lasciato tutto lo spazio ai numeri e alla visione di Manuela Cacciamani: «Non è stato proprio semplicissimo partire perché non c’era nessuna trattativa commerciale confermata ma soprattutto non ce n’era nessuna all’orizzonte ed era palpabile la preoccupazione di circa 344 persone che lavoravano e lavorano a Cinecittà».
Ecco dunque la road map dell’Ad della gloriosa struttura di Via Tuscolana – l’anno prossimo compie 90 anni – che, oltre a prevedere un aumento del 60 per cento della propria capacità produttiva con nuovi teatri, il consolidamento produttivo, l’ottimizzazione economica e di bilancio, l’eccellenza nei servizi, il sostegno a tutta l’industria culturale e audiovisiva, la sostenibilità ambientale, si concentra proprio sul capitale umano – «che non solo è una risorsa: è la nostra identità» – per competere con le altre grandi e concorrenziali realtà di studios nel mondo: «Ho iniziato subito una mia personale e aggressiva attività rivolta ai possibili clienti a cui ho detto: “se quello che state cercando è solo un teatro da noleggiare, forse il posto giusto non siamo noi; se invece quello di cui avete bisogno, sono mastodontiche scenografie è a Cinecittà che dovete andare perché qui è possibile trovare maestranze creative e professionali, infrastrutture moderne e competenti, qualità e ottimizzazione di tempi e costi». Perché, ci tiene a precisarlo l’Ad, «l’idea che Cinecittà sia troppo cara nasce da un pregiudizio che non tiene conto dei servizi interni e degli uffici che mettiamo a disposizione». Sul piatto che Cinecittà offre pendono ovviamente anche i benefici fiscali del Tax Credit su cui attualmente le acque sono un po’ agitate: «A livello mondiale – dice Cacciamani – i benefici fiscali che vengono offerti nei paesi di appartenenza sono chiaramente innegabili. Quello che posso dire per l’Italia però è che la finestra del Tax Credit internazionale è stata aperta fino a tutto gennaio del 2024 e quindi in teoria, visto che per preparare un film ci vogliono mesi, chi voleva girare nel nostro Paese lo poteva fare. Al momento, comunque, non abbiamo spazi liberi per l’ultimo trimestre del 2025».
Grazie agli investimenti del PNRR (230 milioni di cui 25 legati alla formazione e alla digitalizzazione dell’archivio che è uno dei pochi visibili online con oltre 70.000 filmati e 5 milioni di fotografie dal 1924 a oggi) entro giugno 2026 sarà portato a termine il progetto di realizzazione di 5 nuovi teatri di posa e la ristrutturazione totale di 4 nuovi teatri tecnologici, passando dai 20 attuali ai futuri 25. Tra questi c’è già il Teatro 18, all’avanguardia nella virtual production grazie al Virtual Stage che ha ospitato recentemente il thriller fantascientifico White Mars con Luke Newton e Lucy Hale, e il Teatro 22 che è il più grande d’Europa con i suoi 25 metri di altezza (7 in più del leggendario Teatro 5 di Fellini) che ospiterà The Resurrection of the Christ di Mel Gibson, il sequel di La passione di Cristo. Ma a Cinecittà tornerà a girare anche Ridley Scott per The Dog Stars e esordirà il viisionario regista francese Bertrand Mandico con Roma elastica, protagonista assoluta Marion Cotillard. Per quanto riguarda l’Italia sono attese le riprese della nuova serie di Ficarra e Picone insieme a numerosi progetti che non possono ancora essere annunciati di Disney, Universal e Fox Nation. Intanto proseguono gli accordi quadro con produzioni che si occupano sia di cinema che di serie e entertainment come Freemantle e Endemol Shine. Quest’ultima utilizza anche i Lumina Studios sempre di proprietà di Cinecittà che, tra le sue attività, oltre ad occuparsi della promozione del cinema classico e contemporaneo all’estero ha anche un museo e un bel percorso di visita aperto al pubblico che, lo scorso anno, ha registrato 100mila presenze.
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