Siamo a metà dicembre, e a metà dicembre, in un anno normale, si sarebbe entrati nel vivo della stagione natalizia con l’uscita di titoli di grande richiamo per il pubblico. Ma, come è ormai noto, il 2020 è tutt’altro che un anno normale. Negli Stati Uniti, la pandemia di COVID-19 ancora in corso ha portato alla chiusura della gran parte dei cinema per 9 mesi nel 2020 (tra questi i cinema dei mercati principali di Los Angeles e New York). Col risultato, che gli incassi sono ai minimi storici: a fine anno, il box office Usa registrerà la peggior performance degli ultimi 40 anni.
Le prime stime di Comscore ipotizzano che le vendite di biglietti per il cinema nordamericano per il 2020 si avvicineranno a 2,2 miliardi di dollari. Ossia il risultato peggiore dall’inizio degli anni ’80, e questo prima dell’adeguamento all’inflazione. La rivelazione sistematica del box office Usa è cominciata all’inizio degli anni ’80, quindi un confronto preciso è difficile, ma la Motion Picture Association riporta una prima registrazione degli incassi nel 1984 per un valore di 4 miliardi di dollari. Per il 2020, il box office Usa registrerà un calo che è di circa l’80% rispetto al 2019, quando gli incassi complessivi erano stati di 11,4 miliardi.
Nel weekend appena conclusosi dell’11-13 dicembre, le sale americane non hanno accolto nessuna nuova uscita. L’unico titolo “forte” in programmazione era
Fuori dagli Usa, le stime per il box office estero si aggirano intorno ai 9 miliardi di dollari, e questo grazie soprattutto a una ripresa (quasi) in piena regola dei mercati asiatici: Cina in primis, e poi Giappone e Corea del Sud. L’anno scorso, gli incassi internazionali avevano raggiunto il valore record di 42,5 miliardi di dollari. Per il 2020 si registrerà dunque un calo del 70%.
Le ultimissime speranze per una minima ripresa del box office mondiale sono ora affidate a
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