Nonostante la guerra in atto la produzione cinematografica Hollywoodiana non rallenta. Qualche stop e qualche ritardo a causa del contenuto di certi film c’è stato, ma non di tale entità da poter parlare di un effettivo calo produttivo. È questo il parere dei responsabili italiani delle major americane riportato sul numero attualmente in circolazione di ‘Box Office’ (15/30 ottobre). Nessuno slittamento o ritardo viene infatti denunciato da Osvaldo De Santis di 20th Century Fox Italia o da Richard Borg di Uip. Nessuna variazione neppure per Columbia: “ ‘Spiderman’ e ‘Men in Black 2’ usciranno regolarmente; si dovrà girare al più una scena”, così rassicura Fabrizio Ferrucci, che anzi per l’Italia parla di aumento delle presenze. D’accordo anche Paul Zonderland di Buena vista, che per ora ha bloccato ‘Big Trouble’ e spostato ‘Bad Company’ a quest’estate. Anche per Warner Bros Italia pochi i titoli in sospeso: “Per noi solo ‘Collateral Demage’ – spiega Paolo Ferrari – con Arnold Schwarzenegger e Francesca Neri è stato bloccato”. Unica voce fuori dal coro: Federico Di Chio di Medusa, che parla di “crisi di prodotto a Hollywood”, ma non dovuta alla guerra. Varie le cause, secondo l’amministratore delegato della casa cinematografica: “un picco di produzione dovuto alla bolla speculativa della new economy” (che ha portato molte compagnie, specie i trader dei diritti, sull’orlo del fallimento), il costo progressivamente in rialzo dei film importanti e la minaccia dello sciopero degli attori che ha provocato una prima fase di sovrapproduzione seguita da due-tre mesi di stallo. Per Di Chio la guerra non c’entra dunque: “Semmai il rallentamento della produzione può avvenire per quei progetti delle major da girare fuori dagli Usa…”.
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