Bondi, gli esercenti cinema contro il disegno di legge

Duro attacco degli esercenti cinematografici contro il disegno di legge del ministro Sandro Bondi, che dovrebbe essere presentato oggi in Consiglio dei Ministri. Con un comunicato della presidenza Agis, in sintonia con le associazioni dell’esercizio cinematografico Anec, Anem, Fice e Acec, è stata espressa una vibrata protesta per il testo del disegno di legge sul cinema, “conosciuto solo attraverso gli organi di stampa” e si minacciano inedite forme di contestazione del provvedimento, “sino alla chiusura delle sale, al fine di difendere il valore e la qualità dei cinema in Italia, nell’interesse delle aziende e del pubblico”. L’Agis – spiega il comunicato – “già da tempo si era infatti fatta carico di richiedere modifiche al sistema di intervento pubblico nel settore dirette a coniugare riduzione della spesa e massima efficacia della stessa attraverso una razionalizzazione dei meccanismi di sostegno, eliminando quelli di natura assistenzialistica o scarsamente produttivi e valorizzando invece quelli capaci di garantire un virtuoso sviluppo dell’industria cinematografica italiana”: tra questi, i sostegni a sale di città, della comunità e d’essai. Ma, si sottolinea, l’incontro sollecitato a più riprese con il ministro Bondi non è mai avvenuto. Ma la protesta non riguarda anche il contenuto del ddl, che abolisce sostegni fondamentali per le sale italiane: “Ora, però, senza alcun confronto con i rappresentanti dell’esercizio, la categoria più interessata e coinvolta, viene presentato un disegno di legge che mira all’abbandono esplicito e alla liquidazione delle sale cinematografiche a carattere culturale e di qualità, nonché delle piccole e medie imprese cinematografiche. Quindi non solo nel metodo ma anche nel merito questo disegno di legge si preannuncia nefasto per le sale cinematografiche, evidentemente considerate del tutto ininfluenti per il sistema cinema, in controtendenza con quanto emerso dalle analisi della produttività della nostra industria. In particolare l’abolizione del contributo in conto capitale e l’abolizione degli automatismi per i film d’essai rendono impossibile il mantenimento di un minimo di competitività, soprattutto per le piccole e medie imprese, rendono inattuabile una valida programmazione di film di qualità e penalizzano fortemente il sostegno alle opere cinematografiche italiane”. Osì conclude l’Agis: “L’evidente mancanza di un’approfondita conoscenza delle problematiche del settore dell’esercizio cinematografico porta da un lato a provvedimenti dannosi e dall’altro a risultati contrari alle finalità desiderate, a meno che vi sia la scelta consapevole (ma anche inconsapevole, cambia poco), di rinunciare al sostegno del cinema in Italia”.

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