Il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi ha fatto sentire la sua voce contro i tagli alla cultura previsti dalla Finanziaria Bis varata dal Governo per affrontare la crisi. Bondi, pur dicendosi “in totale sintonia con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti” ha dichiarato al GR1 che avrebbe preferito “concertare dove intervenire e in che modo farlo. Non sono d’accordo con i tagli indiscriminati alla cultura, specie se la lista degli istituti tagliati dal finanziamento pubblico contiene eccellenze italiane conosciute nel mondo. Le misure non possono essere decise se non con il mio Ministero”. Sulle pagine del Corriere della Sera, ha continuato poi Bondi: “Era giusto che me ne occupassi io. Pensoa Cinecittà. Ormai è una scatola vuota. L’unica realtà da tutelare è l’Istituto Luce col suo archivio. Non era più giusto, solo per fare un esempio, partire da li?”. Tra le istituzioni colpite dai tagli, anche il Centro Sperimentale di Cinematografia presieduto da Francesco Alberoni. Che ha fatto sentire la sua voce: “Tagliare i fondi statali significa cancellare il CSC. Una decisione di questo tipo o è demenziale, scaturita dalla mente di qualche burocrate incompetente che ignora cosa sia il Csc o peggio ancora criminale, frutto della volontà di ferire a morte il cinema italiano”.
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