Beni culturali: il nuovo decreto legge sul cinema (II)

Oltre al reference system, il decreto legge in materia cinematografica approvato oggi dal Consiglio dei ministri, si preoccupa anche delle procedure per assegnare ed accedere al finanziamento. “La riforma – si legge in un comunicato del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – propone l’istituzione di una commissione unica articolata in più sezioni (una per l’esame dei progetti di Interesse Culturale, una per le opere prime e per i cortometraggi e una per la promozione) con procedure semplificate. Grazie al filtro automatico operato dal reference system, la Commissione dovrà esprimersi su un numero di progetti molto inferiore e, di conseguenza, potrà esaminare con più cura ciascun progetto”. La riforma modifica anche le regole per l’assegnazione del finanziamento alla distribuzione “ridefinito come contributo automatico con obbligo di reinvestimento. Questo cambiamento vincolerà l’assegnazione dei fondi alla dimostrata capacità di distribuire il prodotto nelle sale, incentivando i distributori a cercare il pubblico”. Con lo scopo di reperire risorse aggiuntive a quelle del Fus il decreto “prevede l’opportunità di utilizzare il cosiddetto product placement, cioè la possibilità di utilizzare marchi commerciali all’interno del film, ottenendo in cambio introiti pubblicitari”. Sempre in merito al finanziamento pubblico ai film, il comunicato sottolinea come la percentuale sia “troppo elevata, configurando una tendenza alla deresponsabilizzazione del produttore”. Per questo esiste la necessità di semplificare e razionalizzare il meccanismo: “La riforma propone la coincidenza tra finanziamento concesso e finanziamento garantito. Al contempo, la percentuale di finanziamento coperta da garanzia si riduce al 50% per i film diinteresse culturale e nazionale”. Per il ministro Giuliano Urbani “tutti questi interventi contribuiranno a migliorare il sistema di finanziamento e a rendere più sana e consolidata un’industria che troppo spesso ha ancora caratteri di provvisorietà. A sostegno dell’intervento normativo, il potenziamento ed il rilancio strategico delle società operative del gruppo pubblico, a cominciare da Cinecittà Holding, completerà il quadro dell’intervento fornendo i necessari servizi al sostenimento del cinema e della riforma. Le nuove regole restituiscono importanza alla figura del produttore, senza cui anche il miglior cinema non ha alcuna chance di incontrare un proprio pubblico e di essere fruibile dagli spettatori italiani e stranieri”.

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