Barbagallo, giusto che Anica prendesse posizione sul festival di Roma

Ieri sera alla Libreria del Cinema non è intervenuto solo l’ex direttore artistico del Festival di Roma, Piera Detassis ma hanno fatto sentire la loro voce anche molti esponenti del cinema italiano. A cominciare dal padrone di casa, il regista Giuseppe Piccioni, che da subito ha specificato di aver organizzato l’incontro perché contro l’ingerenza della politica, specie su una questione culturale come questa del Festival: “Non ho posizioni pregiudiziali sulla direzione artistica della manifestazione ma non mi rassicura il clima conflittuale che c’e’, ne’ lo scoppio di un nuovo conflitto tra Roma e Venezia. La soluzione andrebbe trovata nel rispetto delle regole e in fretta. Ma qui c’è stato anche espropriato il diritto di dire cosa vogliamo dal festival di Roma, il polverone non lo ha suscitato nessuno se non chi ha sollevato in maniera maldestra questa candidatura di Müller”. Angelo Barbagallo, presidente della sezione produttori Anica da molti attaccato ieri per il comunicato pro Müller diffuso dall’associazione nei giorni scorsi, ha spiegato: “Mi sono molto pentito di aver addolorato Piera Detassis con quello che abbiamo dichiarato come Anica e approfitto di questa serata per scusarmi personalmente con lei. Da quando è iniziata questa storia ho sempre detto che mi sembrava folle che non fosse riconfermata e che i modi in cui veniva fatto un altro nome non erano accettabili, ma questa era la mia posizione personale. Di fatto l’Anica voleva lanciare un appello al rispetto delle regole ma posizioni non univoche all’interno dell’associazione hanno trasformato quell’appello nel comunicato che tutti conoscete. Credo però che l’Anica abbia fatto bene a prendere una posizione, l’ha fatto in modo improprio ma è giusto essere attivi e assumersi più responsabilità perché sono due mesi che siamo in stallo nonostante ci sia un regolamento. Passano i mesi e nessun direttore artistico di Roma è andato alla Berlinale, io ho dei film che non so se passeranno all’Auditorium e questo è inaccettabile nel nostro lavoro”.