Antonio Medici: «Diamo vita a un grande evento»

L'amministratore delegato di Bim Distribuzione presenta i film in uscita nei prossimi mesi e riflette sulla necessità di restituire la continuità e l’unicità dell’esperienza in sala, che si è persa

Di seguito l’intervista ad Antonio Medici, ad di Bim Distribuzione, pubblicata sullo Speciale Distribuzione in allegato a Box Office del 30 giugno-15 luglio (n. 12-13). Per leggere tutto lo Speciale Distribuzione, puoi scaricare i pdf o la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o ancora abbonarti direttamente alla versione cartacea della rivista. 

Quali sono i vostri titoli più forti in uscita al cinema nel prossimo semestre?
«Come sempre, preferisco dividere i titoli in due sottogruppi. Nell’area più commerciale cito due film. Il primo è Memory di Martin Campbell, il regista di Casino Royale, con Liam Neeson, in uscita a settembre. L’altro è The Fall di Andreas Koefoed, un concept movie che abbiamo visto a Cannes e che ci ha convinti subito. Non abbiamo ancora una data di uscita in sala precisa per questo film, ma vorremmo distribuirlo tra settembre e ottobre. Per quanto riguarda il segmento di qualità, abbiamo film dal largo appeal. Il primo è la commedia Il piacere è tutto mio (Good Luck to You, Leo Grande) di Sophie Hyde, con Emma Thompson. Credo piacerà molto al pubblico, specialmente a quello femminile: è la storia di una donna, un po’ avanti con l’età che, dopo aver trascorso una vita tranquilla fra insegnamento e matrimonio, rimane sola e decide di provare quelle gioie del sesso che non aveva mai sperimentato prima. Per questo chiama un gigolò e il film è la storia dei loro incontri, un’ora a settimana. Ho comprato Good Luck to You, Leo Grande pensando che fosse una commedia pura, ma dopo che è stato presentato a Berlino e al Sundance ho capito che si presta anche a molti altri livelli di lettura. Oltre a questo film abbiamo Emily di Frances O’Connor, la storia di come la scrittrice Emily Brontë sia arrivata a comporre il suo capolavoro Cime Tempestose con Emma Mackey, la protagonista della serie Sex Education e del recente Assassinio sul Nilo. E poi Il vestito dell’imperatrice (Corsage) di Marie Kreutzer, passato al festival di Cannes in Un Certain Regard, che offre un taglio particolare sulla storia dell’Imperatrice Elisabetta d’Austria, Sissi, interpretata da Vicky Krieps, che per il ruolo ha vinto il premio alla migliore attrice».

Quali sono le urgenze che il mercato è chiamato ad affrontare il prima possibile?
«Di urgenze ce ne sarebbero tante in questo momento, ma quella primaria è senza dubbio riportare il pubblico in sala. E la cosa migliore da fare per ottenere questo risultato è mettere insieme tutte le parti in causa – produttori, distributori, esercenti e istituzioni – e collaborare per organizzare iniziative che riportino il cinema al centro dell’attenzione del pubblico. Più che azioni dei singoli serve un’attività coordinata di molti. Il pubblico cinematografico è ancora là fuori, abbiamo indicazioni chiare su questo punto. Così come arrivano segnali chiari che ci sono lm capaci di affrontare un’uscita in sala e altri che non possono più permetterselo. Anzi, direi che oggi questo trend è persino più evidente rispetto a un paio di anni fa. Bisogna mettersi tutti quanti intorno a un tavolo per capire come possiamo ricordare al pubblico che andare al cinema è un’attività completamente diversa dal vedere i lm in Tv nel salotto di casa propria. Sicu- ramente oggi, rispetto al passato, le sale hanno molta più concorrenza, ma il mercato ha anche dimostrato che se proponi al pubblico una va- lida offerta, soprattutto differenziata rispetto a quello che si trova in altri ambiti, il pubblico risponde».

Come riconquistare il rapporto con il pubblico cinematografico?
«Mi ripeto: dobbiamo restituire la continuità e l’unicità dell’esperienza in sala, che si è persa. Come? Lavorando magari a un evento che dia una specie di shock. Un “colpo” iniziale, una grande idea che ricordi in maniera forte e chiara al pubblico quanto sia bello andare in sala e quanto sia lontano dall’esperienza in casa. Si è completamente persa la continuità dell’andare al cinema, e su questo dobbiamo puntare: dobbiamo aiutare il pubblico a rimettere il cinema in sala al centro dell’attenzione, differenziando il più possibile quel tipo di attività da tutto il resto. È chiaro che non basta dirlo, ma ci vuole qualcosa di forte, un’idea iniziale da cui far ripartire il processo. Penso che l’industria e le istituzioni abbiano al proprio interno sia le competenze che le risorse necessarie per lavorarci in maniera ef cace. Il mercato è altamente competitivo, ma resto sempre convinto che l’esperienza cinematogra ca abbia una sua unicità irripetibile».

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