Antipirateria: Urbani, nessun obbligo di indagini per i provider

Con una lettera inviata al ‘Sole 24 ore’ sabato, il ministro per i Beni e le Attività Culturali Giuliano Urbani ha voluto specificare il senso degli articoli del decreto legge approvato il 12 marzo che contiene alcune norme contro la pirateria e che coinvolge direttamente e responsabilizza i provider; proprio sul loro ruolo è intervenuto Urbani: “Si insiste nell’affermare che il Governo abbia voluto coinvolgere direttamente i provider, accanto ai fornitori di servizi, nel compito di monitoraggio e di segnalazione attiva dei presunti abusi, pena l’adozione di sanzioni a loro carico. Tale asserzione non corrisponde in alcun modo a verità. La disposizione che si occupa dei fornitori di connettività e di servizi, stabilisce per loro esclusivamente l’obbligo di comunicare le informazioni in proprio possesso e l’obbligo di impedire l’accesso o rimuovere i contenuti, ma sempre che vi sia una specifica richiesta dell’Autorità giudiziaria e, inoltre, nel pieno rispetto della privacy. I provider non hanno nessun autonomo obbligo di controllo o vigilanza su ciò che passa in Rete e perciò non ricade su di loro, come invece lamenta l’Aiip (l’Associazione dei provider, ndr), neppure la necessità di dotarsi dei cosiddetti sniffer per monitorare tutto il traffico telematico”. Urbani ribadisce, inoltre, che i provider hanno il compito di informare le autorità competenti della presenza di contenuti illeciti “ma solo se essi pervengono a tale conoscenza al di là e al di fuori di un’attività diretta allo scopo di ottenerla”.

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