“In onda sì, ma quando?”. E’ stato questo l’argomento del terzo panel dedicato al licensing questa mattina a Positano, durante la quinta edizione di Cartoons on the Bay. Moderato da Andrea Portante di Rai Trade, l’incontro ha registrato subito l’intervento di Luigi Viganò (Hasbro Italia) che ha sottolineato come “sapere se e quando una serie di cartoon va in onda è importante perché dobbiamo organizzare la produzione di giocattoli ad essa collegati. In Italia questo non accade, non sappiamo mai non dico la data ma a volte neanche il periodo di programmazione. Per i ‘Teletubbies’, ad esempio, avevamo fatto una ricerca di lancio di merchandising per la BBC. Quando oramai si era vicini alla messa in onda della serie, ci è stato comunicato che i ‘Teletubbies’ sarebbero andati in onda sei mesi dopo’. Pronta la risposta di Roberto Nepote di Rai Tre: “Noi come broadcaster televisivi dobbiamo sempre cercare di collocare un prodotto nella fascia oraria per il suo pubblico. Purtroppo per i ‘Teletubbies’, ad esempio, la fascia oraria prescolare del mattinosu Rai Due, che avrebbe dovuto trasmettere la prima serie, era già occupata. Noi avevamo libera la fascia oraria del pomeriggio e abbiamo trasmesso la prima serie. Chiaro, non era il periodo migliore, ma i risultati sono stati comunque buoni. Quando ci sono spostamenti non lo si fa apposta, dobbiamo sempre tener presente l’auditel e cosa programma la concorrenza”. Sulla stessa linea d’onda anche Marco Ugolini di DNC Distribuzioni, licenziataria per i ‘Teletubbies’ e per i ‘Digimon’: “Per quanto ci riguarda, non solo è importante sapere quando si va in onda ma anche come una Tv trasmette una serie. Per i ‘Teletubbies’ all’inizio è stato difficile per i nostri agenti vendere i personaggi nei negozi. In un caso, un negoziante si è lasciato convincere quando una signora è entrata a chiedere proprio dei personaggi della serie…”. Ma lo sviluppo delle televisioni digitali e tematiche per bambini può permettere di superare questi problemi legati all’incertezza della messa in onda? Telegrafica e lapidaria la risposta di Viganò: “Dal nostro punto di vista, in Italia, quando un programma viene trasmesso sui canali tematici è come se non esistesse”.
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