Anec: «Fine stato di emergenza, ma non per le sale»

L'associazione di categoria guidata da Mario Lorini critica il nuovo decreto legge che penalizzerebbe ancora una volta le sale cinematografiche
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge che prevede il superamento delle restrizioni per contenere la diffusione della pandemia, come conseguenza della fine dello stato di emergenza. Ma cosa cambia per le sale cinematografiche? Ci sarà un reale cambio di passo e la fine delle limitazioni all’interno dei cinema? Per la presidenza nazionale Anec (Associazione Nazionale Esercenti Cinema), guidata da Mario Lorini, la fine del periodo di emergenza e l’allentamento delle misure non sarebbe segnerebbe un  per le sale cinematografiche: «A pochi giorni dall’annuncio del ritorno al consumo di cibo e bevande nelle sale cinematografiche, con la nuova road map degli allentamenti che seguirà la fine dello stato di emergenza il prossimo 31 marzo, il nostro settore sembra l’unico a non veder conclusa questa difficile fase. A fronte di un percorso di ripartenza molto faticoso, penalizzato in questi due anni da chiusure repentine e da misure sempre molto stringenti e penalizzanti, e malgrado aver costantemente dimostrato come i cinema siano luoghi sicuri nel completo rispetto delle regole in vigore, con un mercato che stenta ancora a riprendere il suo corso, con molti schermi a rischio chiusura, le misure approvate in CDM non prevedono per le sale nessun alleggerimento fino al 30 aprile. Fino a questa data, infatti, per andare al cinema rimarrà l’obbligo sia di indossare la mascherina ffp2 che del green pass rafforzato. In tutti gli altri settori, invece, viene richiesta in alternativa  la mascherina chirurgica (vedi ad esempio le discoteche, negozi, ristoranti, centri commerciali) o il green pass base (aerei, treni, bus)». E conclude la nota: «Un altro provvedimento discutibile che appare palesemente in contraddizione con tutte le dichiarazioni di solidarietà e vicinanza e dell’importanza culturale e sociale della ripresa dei luoghi di spettacoli per il Paese».
 
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