Anec disapprova la seconda deroga all’obbligo di uscita in sala

È dura la reazione dell’Anec sulla nuova deroga all’obbligo di distribuzione nelle sale cinematografiche prima che in vod per l’ammissione ai benefici della legge 14 novembre 2016, n. 220. L’Associazione nazionale esercenti cinema disapprova infatti la scelta del ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini che rinnova per la seconda volta questa misura già adottata durante il primo lockdown e che ora viene rimessa in campo in seguito alla seconda chiusura dei cinema. Di fatto, fino a quando i cinema non riapriranno, anche i film che usciranno direttamente in VOD potranno accedere ai contributi statali.

«Con sorpresa e stupore si apprende la pubblicazione a firma del Ministro Franceschini di un nuovo decreto deroghe che permette ai produttori di approdare direttamente sulle piattaforme con i film finanziati con soldi pubblici senza dover passare dalla sala cinematografica – afferma in una nota l’ANEC – Il nuovo provvedimento, che segue l’analogo emanato in primavera per agevolare le produzioni nazionali, consente ai film già pronti di mantenere i contributi previsti dalla Legge Cinema andando direttamente in piattaforma. Il passo falso compiuto in estate ha già evidenziato come le sale cinematografiche possano ripartire soltanto con il prodotto nazionale ma se questo viene dirottato sulle OTT saltando completamente il passaggio in sala, allora si decreta la chiusura definitiva di un comparto già compromesso.Se le sale dovessero riaprire nella prima metà di dicembre, non ci sarebbero film pronti per essere programmati e ci troveremmo davanti al paradosso di poter aprire ma dover stare chiusi per mancanza di prodotto. Abbiamo già chiesto chiarimenti al Mibact in merito perché se da una parte prendiamo atto delle misure che vengono prese a sostegno dell’esercizio, dall’altro deve essere evidente a tutti come questo decreto affossi il comparto. Chiediamo misure immediate che definiscano un ristoro vero e temporalmente più lungo in considerazione di come questa scelta metta a rischio il mercato in sala nel medio periodo e nelle settimane delle festività, tradizionalmente di picco del consumo in sala. La sopravvivenza del settore e la salvaguardia delle sale non può più essere affidata a regole mutevoli e interventi economici non sufficienti al drammatico momento che il paese attraversa».

Anche Ueci (Unione Esercenti Cinematografici Italiani) è dello stesso parere. Come dichiara il suo presidente Manuele Ilari, «anche noi condividiamo la preoccupazione dei colleghi dell’Anec e lancia un appello al Ministro Franceschini per regolamentare il mercato e le finestre di sfruttamento. Una regolamentazione ad oggi necessaria a salvaguardia e tutela delle Sale Cinematografiche Italiane».

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