Andrea Scrosati: «La produzione è in fermento»

Il Group COO e CEO Continental Europe di Fremantle richiama i produttori a non trasformarsi in meri esecutori al servizio di algoritmi e delinea alcune linee guida per non smarrire la propria identità di creatori di prodotti culturali

Di seguito un estratto dell’intervento di Andrea Scrosati, Group COO e CEO Continental Europe di Fremantle, pubblicato sul numero speciale di Box Office del 15-30 gennaio (n. 1-2), realizzato in occasione dei 25 anni della rivista. Per leggere il testo integrale, scaricare la versione digitale dall’app di Box Office su Google Play e App Store, o abbonarsi direttamente alla versione cartacea della rivista.

«Il mercato della produzione dei contenuti sta vivendo una stagione di crescita straordinaria», scrive sulla rivista Box Office Andrea Scrosati, Group COO e CEO Continental Europe di Fremantle. «Non si tratta soltanto di una maggiore richiesta di prodotto, ma anche dell’effetto di nuovi modelli di business, dell’innovazione tecnologica che porta a nuove forme di fruizione, di una contaminazione tra generi e piattaforme e del successo di segmenti in passato considerati più di nicchia. Per quanto riguarda l’aspetto quantitativo, l’accelerazione nasce senza dubbio dai nuovi player globali che vanno ad affiancare Netflix, Amazon Prime e Apple Tv. Oltre a Disney+ e HBO Max, vi sono anche Paramount+, D+ solo per citarne alcuni. La scelta degli studios americani di andare direct to consumer ha anche l’effetto di “scaricare” le pay-tv tradizionali dei loro programmi, spingendo così soggetti come Sky, Canal+ e Movistar ad aumentare le proprie produzioni originali con un ulteriore effetto moltiplicatore. Vi è poi il fenomeno delle piattaforme regionali, che in alcuni casi sono talmente di successo da espandersi fuori dai Paesi di origine. Uno degli esempi migliori è senza dubbio Viaplay, che dopo gli ottimi risultati nei paesi scandinavi ha recentemente annunciato il lancio in UK e negli Usa. Queste realtà cercano contenuti che abbiano una rilevanza locale per distinguersi dagli streamer globali, con un impatto molto positivo sulle realtà produttive del territorio.

Too Hot to Handle, il dating reality su Netflix creato da Fremantle (© courtesy of Fremantle)

Ma il fenomeno degli streamer non si limita a soggetti globali e soggetti locali: si stanno affacciando sul mercato anche realtà macroregionali come ad esempio SkyShowtime, la JV tra Comcast e Viacom, già alla ricerca di prodotti specifici per il loro modello. E infine anche i broadcaster tradizionali che, per contrastare la crescita degli streamer globali, aumentano il loro investimento in contenuti originali, lanciano offerte svod proprietarie (basta pensare a RTL+ in Germania o a Infinity+ in Italia) e in alcuni casi stringendo alleanze con i loro concorrenti storici per realizzare assieme piattaforme nazionali come Salto in Francia e Britbox in UK. La maggiore richiesta di prodotto non nasce solo da player nuovi e tra- dizionali ma anche dalle opportunità che continuano ad arrivare dall’innovazione tecnologica. Ad esempio, ora che i consumatori sono stati educati a visualizzare i contenuti on demand, questo sta accelerando la crescita delle piattaforme avod, che sono un’opportunità per valorizzare library anche storiche sino a qualche anno fa marginali in termini di consumo e di valore. Ci sono piattaforme come Pluto, “figlie” di gruppi editoriali come Viacom, ma anche realtà che nascono da produttori di hardware entrati nel settore dei contenuti per valorizzare i propri device come Roku e Samsung. La tecnologia non riguarda solo i metodi di fruizione, ma anche le opportunità di finanziare nuovi prodotti, basta pensare che a Fremantle abbiamo recentemente annunciato il nostro primo show completamente finanziato tramite blockchain (un documentario in Spagna).

Il film d’animazione Disney/Piaxr Luca è uscito direttamente in streaming su Disney+ (© Pixar Animation Studios/Walt Disney Pictures)

Vi è poi la contaminazione dei generi. Quando Netflix ha lanciato la sua prima serie originale House of Cards, si trattava di una piattaforma basata su contenuti scripted: serie, film, qualche documentario. Oggi gli streamer sono entrati prepotentemente nel segmento dell’intrattenimento. Un esempio perfetto, proprio su Netflix, è il successo globale di Too Hot to Handle, il dating reality creato da Fremantle e ora disponibile in diverse versioni locali, o il successo in Italia di LOL su Amazon Prime Video. Per non parlare della crescita esponenziale della richiesta di documentari, trainata dal successo di prodotti come The Last Dance su Netflix e The World’s a Little Blurry su Apple. Infine, il segmento che più di ogni altro ha vissuto una trasformazione epocale ed accelerata: i film. Per 50 anni il cinema si è basato su un modello sostanzialmente immutato, guidato dalle finestre e da una distinzione chiara (a partire dalla qualità reale e percepita) tra film destinati alla distribuzione theatrical e i cosidetti DTV. Oggi l’arrivo delle piattaforme ha cambiato radicalmente questo scenario. Certamente la pandemia ha avuto un impatto molto rilevante, ma in termini di trasformazione ha soltanto…».

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