Prende il via il 26 aprile la quattordicesima edizione del Festival del Cinema Italiano di Tokyo. Fino al 6 maggio nella capitale giapponese, e a seguire a Osaka l’11 e 12 maggio, la manifestazione permetterà a spettatori paganti, ma anche a distributori nipponici e giornalisti nazionali e internazionali di vedere una selezione di 12 film della recente cinematografia italiana e di assistere all’anteprima nazionale di 2 importanti titoli, già acquistati da un distributore giapponese, ‘La grande bellezza’ e ‘Sacro GRA’. Anno dopo anno questo evento è riuscito a coniugare i risultati di mercato, almeno il 40% dei film programmati nelle scorse edizioni sono stati poi distribuiti in Giappone, con un grande interesse culturale che coinvolge oltre 15.000 spettatori a edizione. Riguardo alle vendite, l’edizione del 2013 ha aiutato la distribuzione sul territorio giapponese di ‘Magnifica presenza’, ‘Romanzo di una strage’, ‘Il rosso e il blu’, ‘Gli equilibristi’, usciti nelle sale giapponesi nell’autunno 2013 e i primi mesi del 2014. Tutta maschile la delegazione che accompagnerà quest’anno i film selezionati. Oltre ai registi Roberto Andò, Gianfranco Rosi, Giorgio Diritti, Antonio Piazza, Fabio Grassadonia, Fabio Mollo, Rocco Papaleo, ci saranno anche gli attori Alessandro Haber e Jean-Christophe Folly. Il Festival del Cinema Italiano di Tokyo è organizzato da Istituto Luce Cinecittà con l’Ambasciata Italiana e l’Istituto Italiano di Cultura, in collaborazione con il colosso editoriale giapponese Asahi Shimbun, e gode dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana. Di seguito i titoli dei film in cartellone: ‘Miele’ di Valeria Golino; ‘Viva la libertà’ di Roberto Andò; ‘Un giorno devi andare’ di Giorgio Diritti; ‘La mafia uccide solo d’estate’ di Pif; ‘L’ultima ruota del carro’ di Giovanni Veronesi; ‘Salvo’ di Piazza e Grassadonia; ‘Il sud è niente’ di Fabio Mollo; ‘Benvenuto presidente!’ di Riccardo Milani; ‘Che strano chiamarsi Federico!’ di Ettore Scola; ‘Una piccola impresa meridionale’ di Rocco Papaleo; ‘Per altri occhi’ di Soldini e Garini.
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