Al Festival di Locarno 300 film

«Sono soddisfatto del lavoro svolto, in particolare dal punto di vista selettivo: abbiamo un minor numero di film ma con scelte più forti, per fare di Locarno un punto di riferimento per il cinema indipendente e d’autore». Così ha esordito Olivier Père, nuovo direttore artistico del Festival del film di Locarno, la cui 63° edizione (4 – 14 agosto) è stata presentata ieri a Milano. Père, che succede a Frédéric Maire, direttore del festival dal 2005 al 2009, ha presentato il programma delle varie sezioni che compongono la manifestazione, comprendente un totale di circa 300 film (contro i 400 della passata edizione) selezionati tra oltre 1500 opere provenienti da una quarantina di Paesi in tutto il mondo. Un festival nuovo, simboleggiato dal film d’apertura, “Au fond des bois” di Benoit Jacquot, definito da Père «importante perché audace, un film forte dal punto di vista cinematografico e drammaturgico». Cinquanta le anteprime mondiali ed europee fra cui “Cyrus” di Jay e Mark Duplass con John C. Reilly e Marisa Tomei. Ampio spazio poi ai giovani «che saranno i registi di domani e che un festival così deve supportare anche aiutandoli a trovare nuove vetrine dove proporsi», senza però tralasciare quelli più affermati. Una maggiore apertura ai film di genere caratterizzerà invece la sezione Piazza Grande con la proiezione di film di fantascienza come “Monsters” di Gareth Edwards, e horror come “Rammbock” di Marvin Kren. Il direttore artistico ha, infine, sottolineato la massiccia «presenza internazionale, con pellicole provenienti da Usa, Canada, Asia, America Latina ma anche Israele, Serbia, Romania o dai Paesi Scandinavi».
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