Qual è lo stato di salute delle sale cinematografiche d’essai nel post-pandemia? E in che modo i festival cinematografici possono contribuire a promuovere quel cinema di qualità che lì viene programmato? Sono queste le due tematiche principali che sono state affrontate al convegno “Non c’è cinema senza sala. Festival & sale cinematografiche, un percorso comune” che si tenuto il 5 ottobre al Multisala Ariston durante gli Incontri Fice.
Ad aprire il panel è stato il Presidente della Federazione Italiana Cinema d’Essai Domenico Dinoia che, dopo aver mostrato un video messaggio dello storico esercente torinese Lorenzo Ventavoli e aver presentato il nuovo premio Corbucci, ha espresso con chiarezza la necessità di maggiori aiuti da parte del MiC alle sale d’essai in un momento particolarmente critico come quello attuale. Dunque – ha specificato Dinoia – «è necessario aumentare il fondo di sostegno alle sale di essai , portandolo dai 6 milioni di euro attuali a 10 milioni nel 2022».
Dinoia ha poi rimarcato l’importanza dei festival quale luogo privilegiato per la scoperta e la valorizzazione di quei film di qualità che sono l’ossatura portante della programmazione delle sale d’essai. Un ruolo che, secondo Dinoia, ultimamente è andato un po’ ad offuscarsi visto che il recente Festival di Venezia ha accolto nella sua selezione numerosi film Netflix che poi, nelle sale, non sono stati mostrati. «La presenza dei titoli per le piattaforme alla Mostra di Venezia non fa bene al nostro cinema. Il Festival di Venezia, che tra l’altro è finanziato con soldi pubblici, non può promuovere film per lo streaming che non escono in sala. La questione delle window su cui stavamo lavorando prima delle elezioni va assolutamente riproposta».
LA RICERCA “LE SALE D’ESSAI NELLA PROSPETTIVA DEGLI ESERCENTI”
Durante l’incontro è stata presentata da Michele Casula la ricerca “Le sale d’essai nella prospettiva degli esercenti” redatta da Ergo Research sulla base di 130 interviste complete a gestori di cinema iscritti alla Fice. Da questo report – che Casula ha definito una sorta “di operazione di ascolto e di auto-diagnosi” del settore – è emerso che:
- il 60% dei cinema Fice è una monosala
- ha un numero medio di 3,9 dipendenti
- il 34% ha proiettori 4K (e il 77% 2K)
- la metà dei cinema Fice ha diminuito il numero di spettacoli dopo la pandemia, con una media di apertura di 6 giorni su 7
- dopo la riapertura le sale Fice hanno cercato di creare occasioni di evento con una media di 17 spettacoli con la presenza di talent in 12 mesi circa
- in base ai questionari, le presenze dopo la pandemia hanno avuto una flessione media del -49%
- il 59% degli esercenti ha un database dei suoi spettatori
- il 98% ha una pagina Facebook
A partire da questa ricerca sono previste ulteriori analisi che includeranno compilazioni di questionari successive.
IL RAPPORTO COI FESTIVAL
Sull’importanza dei festival quali vetrina promozionale dei film di qualità e luoghi con una forte capacità di ingaggiare il pubblico (anche giovani e studenti), è intervenuto Pedro Armocida (direttore della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro e Vicepresidente Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani SNCCI)). La parola è poi passata a Katriina Miola (Project coordinator and communication manager presso la CICAE) che, sulla base di dati presentati lo scorso settembre al corso a Venezia della Confederazione Internazionale dei Cinema d’Essai, ha ricordato l’importanza di dare una linea editoriale e un’identità forte alle proprie sale: in un mondo dove la crescita delle piattaforme ha portato a una fruizione casalinga sempre più distratta, le sale devono essere sempre più un “tempio della visione”, un luogo fisico dove si celebrano i film, dove si dà attenzione ai film, dove si consumano dei rituali collettivi. Infine, Sonia Ragone (coordinatrice per l’Italia di Europa Cinemas) ha presentato alcuni dati delle presenze delle sale aderenti al circuito che promuove il cinema del Vecchio Continente, dai quali è emerso che le loro presenze del 2021 hanno segnato un +1,7% sul 2020 (ma ben -61,7% sul 2019). Sono state anche mostrate le stime sul primo semestre 2022 per ogni Paese: le sale italiane del network registrano -45% sul 2019, dunque peggio rispetto alla Francia (-19%) e Spagna (-32%), ma meglio rispetto alla Germania (-50%). A riprova del ruolo positivo dei festival nella promozione dei film, nella top15 dei film con maggiori presenze, ben 14 sono titoli passati proprio dai maggiori festival Europei. Curiosità finale: in base a questa Top 15, È stata la mano di dio di Sorrentino – film Netflix sul quale non sono stati rilasciati dati ufficiali di incasso e affluenza – avrebbe totalizzato 213.873 presenze nelle sale di Europa Cinemas.
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