3D: per gli esperti, il caso occhiali è “una montatura orribile”

Conferenza speciale delle associazioni cinematografiche per fare chiarezza sulle conseguenze dell’uso degli occhiali 3D. Dopo la denuncia del Codacons e dopo alcuni sequestri cautelativi, le associazioni di categoria Anica, Anec e Anem hanno invitato oggi, presso la sede dell’Agis, medici ed esperti per rispondere alle domande di giornalisti e imprenditori. «La correzione ottica perfetta per assistere a proiezioni in 3D è l’unica condizione della corretta fruizione» ha dichiarato Corrado Balacco Gabrieli, ordinario di oftalmologia e direttore del Dipartimento di Oftalmologia dell’Università di Roma “La Sapienza”. «Non ci sono controindicazioni per gli spettatori e i rarissimi casi di disturbi (non stati segnalati che al di sotto dei 10 anni) sono dovuti a momenti di affaticamento visivo e a problemi di natura refrattiva non adeguatamente corretti e curati. «Per utilizzare gli occhiali 3D più volte – ha specificato Elena Pacella, responsabile del Pronto Soccorso Oculistico del Policlinico Umberto I°, Università di Roma La Sapienza – non è necessario un processo di sterilizzazione – necessaria per gli interventi chirurgici – ma solo un processo normale di disinfezione. Si possono utilizzare sia gli occhiali monouso che quelli non monouso perché non esiste il rischio di contrarre congiuntiviti a meno che l’occhiale non sia disinfettato regolarmente. Ma questo rischio ci sarebbe comunque in qualsiasi posto frequentato da persone, anche solo con una stretta di mano».
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