100autori contro il bando sui contributi selettivi

I 100autori si scagliano contro il ministro MiBact Dario Franceschini, e in particolare contro la modifica dell’art. 23 del bando pubblicato dalla Direzione Generale Cinema (DGC) il 3 novembre relativo alla concessione di contributi selettivi destinati, fra l’altro, alla produzione di opere cinematografiche e audiovisive. Secondo la ricostruzione dell’associazione, il ministro si era impegnato a subordinare l’erogazione dei contributi ai produttori al rispetto dell’avvenuta retribuzione a sceneggiatori e registi, obbligando a esibire la quietanza di pagamento agli autori, come suggerito proprio dai 100autori. Il bando, però, fa riferimento solo al contratto di licenza e/o di opzione di acquisto dei diritti del soggetto (senza stabilire inoltre un valore minimo), del trattamento e della sceneggiatura sottoscritto con gli autori e a un’autodichiarazione dei produttori «attestante l’assenza di accordi finalizzati a modificare l’assetto economico e finanziario del medesimo contratto». Fino al 23 ottobre, invece, la bozza prevedeva l’obbligo di presentare, secondo l’art. 23, comma 1, lettera f): «il contratto sottoscritto con gli autori del soggetto e della sceneggiatura, con allegata quietanza di pagamento del compenso, nonché apposita dichiarazione […]». Tolto l’obbligo di presentazione della quietanza, «si caricano i fornitori – primi fra tutti gli autori – dell’onere di finanziare i produttori facendo loro credito in attesa della liquidità proveniente dalla DGC». In sostanza, per richiedere un contributo alla produzione, non sarà necessario pagare prima soggetto e sceneggiatura. I 100autori chiedono dunque di modificare il bando già dalla prossima sessione, chiedendo ai produttori «di assumersi – come dev’essere per la natura del loro ruolo economico – il rischio d’impresa, che non può gravare neanche in minima parte sulle spalle degli autori». «È evidente come l’attuale dispositivo normativo appaia sbilanciato a favore dei produttori, mentre gli autori subiscono un danno ulteriore: ricordiamo la sparizione dei “contributi percentuali sugli incassi” per gli autori, presente in tutte le leggi di settore precedenti e garantito dalla Legge sul Diritto d’autore (art. 46)», si legge nella nota dell’associazione.

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