Tim Richards (Vue) critica i Bafta per i premi a Roma

In una lettera inviata alla British Academy Film and Television Arts, Tim Richards, fondatore e Ceo del circuito inglese Vue, ha criticato la decisione dell’Academy in merito all’assegnazione di importanti riconoscimenti a Roma, il film di Alfonso Cuaron – prodotto da Netflix – che sta facendo discutere in tutto il mondo gli esercenti e che è uno dei principali candidati all’Oscar. Di seguito uno stralcio della lettera: «In qualità di membro da lungo tempo ed ex membro del Consiglio dei Bafta, scrivo per esprimere la mia preoccupazione per le decisioni prese in occasione dei British Academy Film Awards di quest’anno. Riteniamo che i Bafta quest’anno non abbiano rispettato i soliti standard elevati scegliendo di sostenere e promuovere un film “fatto per la TV” che il pubblico non è stato in grado di vedere su un grande schermo. I quattro premi assegnati a Roma – miglior film, regista, fotografia e film non in inglese – non rispettano le regole Bafta che richiedono “che il pubblico britannico abbia avuto l’opportunità di vedere film che dovrebbero quindi essere stati proiettati per il pubblico pagante”. Netflix ha compiuto uno sforzo per proiettare Roma, facendolo vedere a meno dell’1% del mercato del Regno Unito, solo perché ambiva a un premio. I Bafta come hanno potuto lasciare che questo accadesse? Netflix è ben nota per le sue tattiche e la sua segretezza e la sua strategia di uscita di Roma nel Regno Unito non ha fatto eccezione. Non è ancora chiaro se sia stato proiettata su più di 13 schermi del circuito Cinema Curzon, che rappresentano meno dello 0,5% del mercato del cinema, e per una settimana alla Filmhouse Edinburgh. Non sapere quante persone hanno visto Roma, dove è stato proiettato o quale box office abbia conseguito, sono esempli di come Netflix agisca al di fuori del settore, mentre allo stesso tempo vuole farne parte. Tutti i principali operatori del cinema britannico rispettano la “finestra del cinema” che garantisce al pubblico di godersi il lancio e la proiezione di lungometraggi prima di essere proposti su piccoli schermi come i servizi streaming e le televisioni. Questo è uno dei principali elementi di differenziazione che rende il cinema unico. Roma avrebbe potuto attrarre un pubblico molto più vasto, senza intaccare la base di abbonati di Netflix, se fosse stato distribuito come film di prima visione. Sfortunatamente, non lo sapremo mai. Immaginiamo il messaggio che avrebbe potuto essere inviato dai Bafta se Netflix fosse stato costretto a rispettare le regole sottolineando il principio secondo cui un film deve avere una versione cinematografica completa, altrimenti è solo una produzione “fatta per la TV”. A nome di Vue International, mi rattrista che l’Academy abbia scelto di ignorare l’opportunità di difendere questo principio. Mi dispiace che in futuro non sosterremo i premi Bafta come facciamo di solito a meno che il consiglio dell’Academy non riconsideri i suoi criteri di ammissibilità. I Bafta, l’Accademia delle arti cinematografiche e delle scienze cinematografiche degli Stati Uniti e i maggiori festival cinematografici dovrebbero continuare a distinguere tra un film “fatto per la Tv” e un lungometraggio di prima visione con una distribuzione cinematografica completa, come hanno fatto negli ultimi 100 anni».
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